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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

martedì 10 luglio 2007

Le proposte di modifica delle leggi preoccupano la minoranza slovena (2004)

Il prefetto di Udine, dr. Camillo Andreana, ha, recentemente, ricevuto una delegazione delle due organizzazioni slovene maggiormente rappresentative, l'Unione culturale economica slovena-Skgz e la Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso. Durante l'incontro si è parlato delle proposte di legge, che il deputato della Lega nord, Piero Fontanini, ha presentato in parlamento. Le modifiche da lui proposte riguardano sia la legge 38, di tutela per la minoranza slovena, che la legge quadro per le minoranze linguistiche 482.
La prima affianca il resiano alla lingua tedesca, sottolineandone la specificità. La seconda propone, invece, di estendere l'attuazione della legge 482 anche a dialetti, reali o inventati, denominati «Natisoniano, Po-nasen e Resiano».
I presidenti della Skgz ed Sso, Rudi Pavsic e Sergij Pahor, affiancati rispettivamente da Livio Semolic e Riccardo Ruttar, hanno sottolineato, soprattutto, la mancata attuazione delle leggi di tutela, il tentativo di modificarne il contenuto prima dell'attuazione della tutela della minoranza slovena e il fatto che le leggi non impongono nulla, ma lasciano spazio alla libera scelta. Le delegazioni hanno, inoltre, ribadito quanto sia privo di ogni logica isolare i dialetti dalla lingua slovena letteraria, che rappresenta il loro naturale retroterra linguistico.
Rudi Pavsic ha espresso la preoccupazione che dietro le proposte di modifica delle due leggi di tutela 38 e 482 si nasconda il rischio di ulteriori modifiche, che potrebbero emergere durante la discussione parlamentare, relative soprattutto alla legge 38, non ancora attuata. Pavsic ha sottolineato che la legge non impone nulla, ma poggia sulle decisioni dei singoli comuni, e questo vale anche per il resiano. Anche il più ampio contesto internazionale promuove la convivenza e l'affermazione di iniziative di collaborazione. A questo proposito il presidente della Skgz ha citato l'ingresso della Slovenia nell'Ue e la sensibilità dimostrata dagli sloveni verso le vicine minoranze slovene e, soprattutto, verso quella che risiede nella provincia di Udine.
Sergij Pahor ha sottolineato come le proposte di modifica alla legge di tutela rappresentino una minaccia per la minoranza slovena. Riccardo Ruttar, invece, ha evidenziato che la legge di tutela riconosce gli sloveni della provincia di Udine e ha citato le ricerche internazionali che dimostrano la matrice slovena dei dialetti parlati nella Slavia friulana. Ruttar ha sottolineato quanto sia inutile mettere in forse il rapporto tra la lingua letteraria e i dialetti, considerata la loro stretta parentela.
Ha poi richiamato l'attenzione su quanto sia paradossale che alcuni sostenitori delle tesi di Fontanini (dal momento che tra i firmatari delle modifiche alla legge 482, proposte da Fontanini, risultano anche Ballaman, Lenna, Romoli e Saro) facciano parte parte di cori sloveni.
Livio Semolic ha sottolineato l'importanza del dialogo per risolvere questioni importanti, come è accaduto a Gorizia. La delegazione slovena è stata concorde nel sottolineare la positività di traguardi raggiunti, quali l'istituzione della scuola elementare bilingue a San Pietro al Natisone e la richiesta di aprire la scuola media bilingue, per la quale esistono buone speranze.
Dal canto suo il prefetto Andreana ha sottolineato la necessità di adottare una linea moderata nella soluzione dei problemi. A questo proposito ha fatto riferimento al periodo in cui, come prefetto di Gorizia, ha aiutato a risolvere molte difficoltà senza eccessivi clamori. Ha, inoltre, evidenziato la questione relativa all'azione informativa sulle leggi e i diritti inerenti Resia e la Slavia friulana. Sulla proposta di legge di Fontanini ha evitato ulteriori approfondimenti, ma ha ribadito che le incomprensioni e le tensioni sono spesso dovute al fatto che la gente è poco e male informata in merito. Il prefetto ha, infine, ribadito il suo impegno affinché si affermi la cultura della convivenza e del dialogo, di gran lunga più importanti dei singoli articoli di legge che, naturalmente, vanno rispettati.



M. A. (Primorski dnevnik, 29. 6. 2004)

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