Grazie all’intervento del consigliere regionale Roberto Novelli, comincia a diradarsi la cortina fumogena che occulta l’entità reale del fiume dei finanziamenti che sommergono la comunità nazionale slovena del Friuli Venezia Giulia. Roberto Novelli, in risposta al tentativo dei rappresentanti della minoranza nazionale slovena in consiglio regionale di fare sottoscrivere a tutti i gruppi consiliari un ordine del giorno di sollecitazione al Governo nazionale a non ridurre – nonostante la gravità della crisi economico-finanziaria generale che rende necessari pesanti tagli a tutti i capitoli di spesa – i finanziamenti alla minoranza nazionale slovena, è riuscito a individuare un primo, incompleto elenco dei finanziamenti che piovono su quella comunità: circa 20 milioni di euro l’anno! A questo proposito andrebbe fatta una precisazione. Troppo spesso si confonde la legittima e sacrosanta tutela dei cittadini italiani di nazionalità slovena con gli insostenibili privilegi della casta burocratica autoreferenziale operante, senza alcuna legittimazione democratica, nelle Valli del Natisone, del Torre e Resia. Va dato atto alle organizzazioni slovene di essere riuscite a fare confondere finanziamenti destinati alla comunità con sussidi alle loro sovra dimensionate strutture burocratiche che promuovono attività molto spesso inutili e comunque fini a se stesse. «Devo spendere per dimostrare di esistere», questo sembra essere la loro ragion d’essere. Fatte queste premesse, mi congratulo con Roberto Novelli che ha iniziato a scoprire questo incredibile “tesoro” e lo invito a proseguire la sua azione chiarificatrice. Formulo, inoltre, una proposta della quale potrebbe, egli stesso, farsi promotore, nelle sedi opportune: 1) fare una ricognizione completa dei finanziamenti destinati agli sloveni, ivi compresi quelli provenienti dalla vicina Repubblica (erano quasi 8 milioni di euro nel 2007); 2) riconoscere pari dignità tra sloveni e friulani, adeguando agli standard adottati per gli sloveni i finanziamenti alla comunità friulana (30.000 sloveni di fronte a 600.000 friulani); 3) fare una verifica critica dell’utilizzo dei fondi stanziati: per esempio quanti soldi sono stati spesi per gli sportelli bilingui e quante sono state le pratiche effettivamente evase per i sette Comuni delle Valli del Natisone? I dati potrebbero interessare anche la Corte dei conti; 4) invitare la Repubblica di Slovenia a rispettare la sovranità dello Stato italiano, considerando la questione della tutela culturale e linguistica dei cittadini italiani di nazionalità slovena e di quelli di origine slava di antico insediamento della provincia di Udine, una questione interna allo Stato stesso; 5) infine, investire il 75% dei finanziamenti destinati alla minoranza in provincia di Udine alle iniziative di cui al comma 3 dell’articolo 21 della legge 38/2001 relative a «interventi volti allo sviluppo dei territori dei comuni della provincia di Udine compresi nelle Comunità montane del Canal del Ferro - Valcanale, Valli del Torre e Valli del Natisone». Concludo invitando le forze politiche di centro-destra a smetterla di snobbare questa questione. Non è un problema locale di marginale importanza da risolversi tacitando alcuni esagerati appetiti con abnormi finanziamenti. Trattasi, invece, di una questione politica di rilievo internazionale attinente ai diritti umani che, nel nostro territorio, sono quotidianamente calpestati dall’arroganza del denaro. La pazienza degli elettori che hanno garantito un ampio consenso ai partiti di centro-destra alle ultime elezioni parlamentari, regionali, provinciali e comunali è agli sgoccioli. Il voto democraticamente espresso era una chiara indicazione di rifiuto dell’assimilazione di queste comunità alla minoranza slovena: che la politica ne tenga gran conto, anche in sede di Finanziaria nazionale e Bilancio regionale.
Giovanni Rossi San Pietro al Natisone
Tratto dal Messaggero Veneto dell' 8 dicembre 2010
giovedì 9 dicembre 2010
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Nulla di più falso!Le mistificazioni abbondano e calpestano il diritto di ognuno di utilizzare la propria lingua e cultura.Prima di tutto per quanto riguarda i numeri visto che la minoranza è composta da almeno 80.000 parlanti quindi i finanziamenti risultano comunque scarsi.Si continua ad attaccare la minoranza slovena come negli anni più bui della storia italiana è ora di finirla,i diritti vengono sempre calpestati dall'ignoranza e dall'arroganza.Ricordo anche che l'assimilazione sta perennemente intaccando la minoranza slovena anche con l'invenzione degli"slavi di antico insediamento".Invito tutti a non attaccare più la minoranza slovena,risulterebbe un chiaro tentativo di utilizzarla come capro espiatorio per altri problemi,ognuno si prenda le proprie responsabilità.
RispondiEliminanon parliamo di mistificazioni altri ne sono maestri. non sarà con le minacce che si otterrà il rispetto, si vede che è stato toccato il nervo scoperto .La minoranza slovena che da sempre soffre di vittimismo, dove esiste è riconosciuta da sempre e non è mai stata discriminata,ove invece non è presente ne’ sentita,non ha che da dimostrare (e non imporre)la propria esistenza,le viene chiesto semplicemente questo!c'è solo un modo per dimostrarlo:quanti di quegli 80000 (?)sloveni in Italia risiedono in provincia di Udine, anche perchè il saper contare non sembra diffettargli.
RispondiEliminanon capisco di quali altri problemi e responsabilità si parli.
Sbaglio.Di discriminazione ce ne sono state parecchie,negarle significherebbe negare una evidente verità storica.Il vittimismo è una patologia che contagia molti specialmente coloro che impongono fantasiose falsità come quella degli "slavi di antico insediamento".Per quanto riguarda il numero dei parlanti non ci sono dubbi visto che il numero è garantito dal Ministero Dell'Interno(inclusa ovviamente la Provincje di Udin).Inoltre non capisco di quali minaccie si parli.
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