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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

mercoledì 6 ottobre 2010

PARERI DIVERSI E IL RISPETTO

Nella lettera “L’estate amara di Resia” la signora Luigia Negro esprime delle considerazioni, giuste dal suo punto di vista. Mi pare democratico poter esprimerne altre, altrettanto giuste da un altro punto di vista. Quello dell’assessore. Dal mio osservatorio ho prove oggettive per valutare i fatti della calda estate resiana, ma credo di poter democraticamente sostenere che, come il signor Cherubini ha il diritto (per legge) di sentirsi sloveno, una parte di resiani abbia altrettanto diritto di sentirsi e di manifestare la propria italianità (con il tricolore italiano) senza doversi vergognare di farlo. Sostengo anche che non sia compito di un sindaco sostenere l’una o l’altra parte: mi pare che la carta d’identità sia stata rilasciata, quando ci sono stati i mezzi per farlo, e mi permetto di aggiungere che già, in campagna elettorale, la nostra compagine non ha nascosto le proprie idee, per le quali i resiani hanno votato la fiducia. Campagna che mirava ad affermare l’unicità e la sopravvivenza del resiano in tutte le sue forme: linguistiche, storiche culturali, etniche e nazionali. Essere di un parere diverso non significa non rispettare la parte opposta, cosa che non emerge dalle considerazioni della signora Negro. Forse il questionario anonimo e informale, sottoposto ai maggiorenni residenti a Resia o ai resiani residenti fuori valle che ne abbiano fatta regolare richiesta agli uffici comunali, vuole fare chiarezza e sono convinto che la commissione, che avrà il compito di vagliare le risposte, darà i risultati voluti dalla maggioranza dei resiani, che hanno aderito alla richiesta. Mi preoccupa seriamente, invece, pensare che la presidente dell’associazione Zveza slovenskih kulturnih drustev sostenga che «i risultati potrebbero essere falsati o confezionati da chi ha l’interesse di ottenere la risposta voluta!». Mi sembra un dubbio in malafede, viziato da un pregiudizio di parte. Non metto in dubbio che il potere possa forzare la mano, ma o ne abbiamo la prova o evitiamo allarmismi preconcetti, soprattutto se copriamo cariche di responsabilità associativa nel tessuto culturale resiano. Forse che dobbiamo dar credito al proverbio «chi sospetta difetta»?


Carlo Altomonte assessore comunale Resia


Tratto dal Messaggero Veneto dl 3ottobre 2010

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