ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

giovedì 4 ottobre 2007

Trieste 27 settembre 2007 discussione legge 205

CR: legge sloveno, relatore maggioranza Blazina (1)


27 Settembre 2007, ore 11:56


(ACON) Trieste, 27 set - ET - A introdurre la discussione sul disegno di legge per la tutela della minoranza linguistica slovena è stata la consigliera dei DS-PD Tamara Blazina.


Come relatore di maggioranza ha ricordato che questa non è la prima volta che la Regione Friuli Venezia Giulia legifera nel settore della tutela delle minoranze linguistiche storiche e che quest'attività di tutela è un elemento costitutivo della specialità e dell'autonomia del Friuli Venezia Giulia.


Si è voluto dotarsi di un provvedimento che comprendesse sia le norme di attuazione della legge nazionale di tutela, sia quelle regionali già in vigore e che fosse nello stesso tempo anche un atto di formale riconoscimento della minoranza slovena e di regolamento dei rapporti tra questa e la Regione. Una norma, ha detto Blazina, che sottolinea il valore del plurilinguismo e della multietnicità del Friuli Venezia Giulia, che diventa un'opportunità e non un'imposizione.


Entrando nel merito del disegno di legge, le questioni aperte sulle parlate locali e i dialetti in provincia di Udine, sulla composizione e sul ruolo della commissione consultiva per la minoranza slovena e sul riconoscimento, con relativo finanziamento, delle associazioni di riferimento, la consigliera trova che non siano state del tutto superate e auspica che una soluzione venga trovata in Aula.


I dialetti e le parlate locali sono stati garantiti, rimanendo però nell'ambito della tutela della lingua slovena, però senza imposizioni. La commissione consultiva viene modificata nella sua composizione e in parte anche nel ruolo, che rimane però centrale nella predisposizione degli indirizzi per il riparto dei fondi, sia per le associazioni, come anche per l'uso della lingua slovena negli Enti locali. Nelle disposizioni transitorie vengono poi riconosciute le due organizzazioni che attualmente possiedono le caratteristiche previste per poter essere considerate di riferimento; per le altre si apre la possibilità di venir riconosciute entro il termine fissato in legge.


Tra le novità che il provvedimento presenta c'è, invece, l'istituzione dell'albo delle associazioni slovene, l'iscrizione al quale è condizione per poter usufruire dei contributi regionali. E' prevista inoltre la Conferenza regionale sulla tutela della minoranza slovena con il compito di verificare lo stato di attuazione delle disposizioni contenute nella legge. Un'altra novità è rappresentata dall'istituzione del fondo regionale con il quale potranno essere finanziati progetti particolari, innovativi, iniziative scolastiche e la manutenzione degli edifici adibiti alle diverse attività.


Sul tema del finanziamento e della Commissione consultiva sono previste delle modalità più trasparenti rispetto alla situazione attuale; la legge regionale prevede inoltre le modalità per l'utilizzo dei fondi destinati agli enti locali per l'attuazione del bilinguismo. Le modalità di perimetrazione del territorio interessato sono quelle previste dalla norma nazionale.


CR: legge sloveno, relatore minoranza Molinaro (2)


27 Settembre 2007, ore 11:57


(ACON) Trieste, 27 set - RC/ET - La pluralità delle minoranze linguistiche presenti in Friuli Venezia Giulia è uno dei fondamenti ancora attuali dell'autonomia differenziata della Regione e rappresenta una ricchezza nello scenario europeo, dove quasi 50 milioni di persone parlano anche lingue diverse da quella ufficiale.


A parlare in questi termini è il relatore di opposizione Roberto Molinaro (UDC). La minoranza linguistica slovena, diversamente dalle altre presenti in regione (la friulana e la germanofona), trova già nelle norme statali interventi specifici. Il compito, perciò, per il consigliere, richiede equilibrio, ponendo attenzione a ciò che oggi la minoranza slovena è nelle province di Trieste, Gorizia e Udine e non alla rappresentazione interessata che di essa alcuni fanno e che agli altri fa parlare di privilegi ingiusti.


L'obiettivo, ribadisce Molinaro, non è di abbassare la tutela, ma di assicurare lo stesso con azioni davvero attuabili. Vanno rimosse le misure di tutela che permettono di ottenere risorse finanziarie aggiuntive da parte di quelle comunità locali: le risorse statali, e quelle future regionali, devono essere utilizzate in quei territori dove la minoranza è storicamente radicata, e ciò a fini di tutela e non come compensazione di mancati interventi per lo sviluppo socio-economico.


Ciò premesso - ha proseguito Molinaro - queste le principali osservazioni critiche:


a) l'ambito territoriale di applicazione andrebbe attualizzato, inserendo una procedura di ridelimitazione, insieme a un puntuale riconoscimento della specificità delle comunità linguistiche della provincia di Udine (per la comunità della Val Resia è necessario un riconoscimento che salvaguardi l'espressione linguistica e la cultura a essa correlata in quanto non basta un semplicistico riferimento a "parlata locale e dialettale" dell'articolo 2; per le comunità slavofone delle Valli del Natisone e del Torre vanno individuate misure di tutela appropriate, correlate alla valorizzazione della cultura locale);


b) l'assetto istituzionale crea una voluta confusione tra i ruoli del governo regionale e delle associazioni di riferimento (si istituisce un albo delle organizzazioni e degli enti della minoranza inserendo soggetti non pertinenti e in automatico organizzazioni sindacali e di categoria; le associazioni di riferimento della minoranza linguistica slovena devono possedere requisiti talmente stringenti che, di fatto, non consentiranno a nessuna associazione di ottenere tale qualificazione, a parte le due già operanti e riconosciute in via transitoria: l'Unione culturale economica slovena-SKGZ e la Confederazione delle organizzazioni slovene-SSO; sono previsti pareri che di fatto vanno ben oltre la mera consulenza, ma diventeranno vere indicazioni di governo visto che includono proposte di riparto delle risorse); c) l'uso delle risorse dovrebbe andare a sostegno delle attività e non della rappresentanza (la norma definisce l'impiego delle risorse in modo dettagliato, quasi a precostituire i loro beneficiari; la totalità degli interventi previsti non assicura il rispetto dell'unica priorità individuata dalla legislazione statale, ovvero il funzionamento della stampa in lingua slovena, mentre si obbliga tutta l'Amministrazione regionale a pubblicare in lingua slovena, sulla stampa locale, le informazioni istituzionali e promozionali da essa diffuse nel territorio regionale; per un pari trattamento della lingua friulana, va modificata la composizione del Corecom, dove non si giustifica un rappresentante di una sola delle nostre minoranze linguistiche.


CR: legge sloveno, dibattito (3)


27 Settembre 2007, ore 12:37


(ACON) Trieste, 27 set - DT - Il dibattito generale sulla legge di tutela della minoranza slovena è stato aperto da Paolo Ciani (AN). E' una questione di rispetto e di confronto, ha dichiarato - qui in Regione c'è una minoranza che non ha mai voluto farsi contare, che peraltro ha legittimamente il diritto di parlare lo sloveno, ma che non può certo imporre alla maggioranza la propria cultura, la propria lingua. E questa legislatura pare proprio che stia cercando e attuando le cose che dividono i cittadini della regione. Sulla questione delle valli Resia, Natisone e Torre, Ciani ha fatto notare come nulla abbiano a che fare con la lingua e l'identità slovena che questo ddl vuole imporre: per questo motivo AN proporrà alcuni emendamenti in cui si chiede per tutti i Comuni della provincia di Udine l'esclusione da questa legge.


Nessuna novità epocale, ma solo il riconoscimento di diritti: ecco cosa contiene il provvedimento all'esame dell'Aula. Per Bruna Zorzini (PDCI) finora ad aiutare la minoranza ci ha pensato lo Stato, d'ora in poi anche la Regione si assumerà le sua responsabilità e il sostegno alla comunità slovena sarà efficace quanto più saranno efficaci i contributi al fondo che verrà istituito. Nonostante qualche lacuna, ha affermato, sosterrò questa legge perché riconosce la minoranza e le sue organizzazioni di riferimento. La pratica ci farà capire se saranno necessari altri cambiamenti. Rispetto alle valli friulane e alla loro tutela linguistica la Zorzini ha ribadito che esiste un minimo comune denominatore a unire le parlate locali di questa regione: quel ponte è la lingua, lo sloveno appunto.


Per Pietro Colussi (Citt) le leggi di tutela tanto dello sloveno che del friulano costituiscono uno dei momenti più alti di questa nona legislatura, e ciò conferma l'attenzione che la maggioranza ha inteso riporre al tema dei diritti delle minoranze linguistiche che la nostra Costituzione e lo Statuto regionale prevedono. In Friuli Venezia Giulia, caso unico in Europa, convivono il ceppo germanico, quello latino e quello slavo, un elemento di ricchezza nello scenario della nuova Europa. Per coerenza, quindi, in futuro si dovrà pensare a un intervento a favore anche della minoranza linguistica tedesca, che ha pari dignità rispetto alle altre lingue oggi tutelate.


Fortemente critico Adriano Ritossa (AN). Questa legge, ha detto, è voluta esclusivamente per creare un fondo finanziario regionale suppletivo dato che ci si lamenta che non siano sufficienti i fondi che arrivano dallo Stato. Una tale legge creerà privilegi - per taluni esclusivi - a favore della minoranza slovena. La raffica di emendamenti che AN ha presentato riguarda proprio questi aspetti. In più, il provvedimento rischia di essere autoreferenziale e anticostituzionale: non si riesce a comprendere, infatti, come coloro che saranno addetti alla gestione e alla distribuzione dei fondi saranno anche coloro, gli unici, che li riceveranno.


CR: legge sloveno, dibattito (4)


27 Settembre 2007, ore 13:57


(ACON) Trieste, 27 set - MPB - Ogni volta che il Consiglio regionale si occupa di provvedimenti legati alle minoranze linguistiche l'attenzione si alza indipendentemente dall'essere pro o contro, afferma Claudio Violino (LN) sottolineando l'importanza di governare le minoranze esistenti nella regione, immaginando la regione laboratorio europeo di convivenza, tolleranza e confronto e invitando a discutere senza strumentalizzare gli argomenti e a ricordare la caduta del muro di Berlino e, quindi, a non forzare né sui processi di slovenizzazione né su battaglie di italianità. Sullo sloveno, come Lega Nord, l'atteggiamento è di astensione perchè sui temi inerenti le minoranze linguistiche crediamo nell'autodeterminazione, per sloveni e friulani. In merito alla questione del resiano e delle parlate delle Valli del Torre e Natisone, Violino, pur ritenendo che provengano da un unico ceppo slavo, ha evidenziato i percorsi diversi che li hanno portati a essere differenti individualità e che meritano di essere tutelate.


Nessuno ha la pretesa di definire e rilasciare patenti di slovenità - ha affermato Igor Kocijancic (PRC-SE) dichiarandosi favorevole a una verifica a valle delle due norme per sloveno e friulano, ma anche per le culture germanofone, e invitando a fare iniziative propositive e non solo di interdizione. Rispetto al testo uscito dalla Commissione, gli emendamenti che presenteremo faranno un passo nel riconoscimento delle specificità locali. Circa le preoccupazioni su chi possa aspirare al titolo di associazione di riferimento, il concetto di rappresentanza è legato al numero di affiliati e alla presenza. Anche per i criteri di composizione della Commissione la norma rappresenta un miglioramento. Infine, ritengo naturale e per niente scandaloso che essendo questa una legge regionale, preveda risorse aggiuntive rispetto a quelle nazionali già esistenti e credo che le popolazioni di Resia possano sentirsi tranquillizzate, perché alcuni emendamenti vanno nella direzione delle loro aspirazioni.


Maurizio Salvador (UDC) ha esordito sottolineando la brutta abitudine della Giunta di depositare i propri emendamenti (9, che vanno ad aggiungersi ai 15 dei consiglieri di maggioranza) all'ultimo minuto e ha ricordato il compito da assolvere con realismo alla minoranza slovena e non alla rappresentazione interessata che ne viene fatta, soffermandosi sull'aspetto della delimitazione delle aree interessate che riguardano 32 comuni del Friuli Venezia Giulia: in questo dibattito si dovrà sollevare anche per lo sloveno quanto fatto per il friulano, ovvero la previsione della fuoriuscita. Infine, ha invitato a porre attenzione particolare sul Fondo regionale poiché non si può immaginare che questa legge rappresenti scorciatoie per altri mancati interventi.


Gaetano Valenti (FI), richiamandosi all'esperienza di sindaco di Gorizia e all'attenzione riservata alla minoranza e al rapporto sociale esistente, ha ricordato anche le iniziative propositive avanzate e non ascoltate: queste leggi non ci piacciono (la 38 nazionale e questa) ma cerchiamo di renderle migliori. E quanto al discorso finanziario abbiamo difficoltà enormi a far andare avanti i circoli: gli unici che stanno bene sono quelli protetti da questa legge e dalla 38. Spero che ci sia la volontà di dare risposta alla diversità di Resia, e - ha concluso - che si capisca che non ci sono solo due realtà, dalle quali sono tagliati fuori quelli che non si riconoscono in questi due grandi gruppi.


CR: legge sloveno, dibattito (5)


27 Settembre 2007, ore 13:57


(ACON) Trieste, 27 set - ET - Facciamo emergere le nostre ricchezze, che ci tutelano dalla globalizzazione spinta, discutiamo della norma di tutela muovendo da un principio di modernità e non da richiami ottocenteschi e risolviamo questioni importanti per la nostra regione che per troppo tempo hanno generato divisione. È questa l'appello del consigliere Giancarlo Tonutti (Margh-PD). Ora, discutendo questo provvedimento, ha continuato l'esponente diellino, possiamo verificare se siamo stati in grado di trovare un equilibrio interno in un'ottica che rimarchi la nostra specialità, ridia dignità alle nostre diverse culture. Sarà un lavoro complesso, ma non deve essere ideologicizzato.


Una norma importante, che richiama alla nostra specialità, dovuta alle diversità che esistono nel Friuli Venezia Giulia. Per Roberto Asquini (FI) però, bisogna evitare le forzature e la confusione che si manifestano nella legge in Aula. Le forzature sono di natura economica, dove i destinatari dei finanziamenti sono nominati troppo puntualmente; di natura istituzionale, dove si potrebbe incorrere in problemi interpretativi quando atti pubblici dovessero essere scritti in più lingue; di natura territoriale, quando non si tutela la specificità delle parlate diverse dallo sloveno. Asquini ritiene inoltre inappropriato assegnare finanziamenti specifici a scuole bilingui in zone dove mancano fondi per gli insegnanti di sostegno.


Il consigliere della Margherita-PD Antonio Martini si è appellato soprattutto al buonsenso dell'Aula. La norma di tutela porta arricchimento, ma è importante anche non travalicare e tenere bene a mente le situazioni specifiche, come quella della Val Resia. In quel contesto così particolare, Martini ha auspicato anche la messa in moto un'azione di tutela più composita, così com'è stata fatta in altre situazioni simili, prevedendo azioni di sostegno mirate a far rivivere pienamente la vallata.


CR: legge sloveno, dibattito (6)


27 Settembre 2007, ore 14:16


(ACON) Trieste, 27 set - DT - Per Cristiano Degano (Margh-DS) il provvedimento è figlio della legge 38, una legge attesa da tantissimi anni e votata dal Parlamento nel febbraio del 2001 e che riguarda l'intera popolazione del Friuli Venezia Giulia, sia i cittadini di lingua italiana che quelli della comunità slovena. Ed è interesse di tutti favorire - e il provvedimento oggi in Aula lo fa - una serena convivenza chiudendo una questione aperta da anni. Ed è un passo, inoltre, verso quella auspicata normalizzazione dei rapporti che smentisce, anche, il pericolo - assolutamente infondato - di bilinguismo sul modello Alto Adige. La legge è equilibrata, garantisce diritti e non privilegi, tutela gli sloveni senza prevaricazioni. Dispiace che ci sia ancora chi evoca strumentalmente questa legge agitando scenari antistorici: se lo fa è solo per mantenere rendite di posizioni politiche.


Igor Dolenc (DS-PD) ha ricordato alcuni dati (del 1996) relativi alla presenza della comunità slovena nella provincia di Udine, ramificata in 32 Comuni, che contava 24 mila persone, pari al 12,19% della popolazione. Poi Dolenc ha esortato ad andare oltre all'appartenenza etnica, che ha marcato drammaticamente la vita politica di questa regione, che ha segnato una memoria divisa persino nella sensibilità dei dolori e dei soprusi degli uni verso gli altri. La tutela, ha poi dichiarato, è l'aspettativa di un diritto che non può e non deve essere oggetto di trattative e scambi politici. E' un diritto e basta. Questa legge trae frutto da un saggio uso della memoria, delle tradizioni, delle culture, da una legislazione che prende spunto dai diritti di cittadinanza e dal diritto alla diversità, anche linguistica. Il tema della convivenza e della tolleranza è il tema dell'Europa unita.


Questo ddl è come se andasse a coprire un vuoto normativo, è stato il commento di Piero Camber (FI). Invece gli sloveni, grazie alle leggi nazionali del '99 e del 2001, sono perfettamente inseriti nella comunità regionale. Basti pensare all'uso della lingua, che è già riconosciuta tanto a Trieste che a Gorizia, dove i rispettivi Comuni hanno attivato uno sportello linguistico. Nomi e cognomi, poi, possono ritornare alle loro origini con estrema facilità. Nulla di originale, tutto già previsto e in vigore dalle leggi nazionali. E allora la novità di questa legge sta nella possibilità di accedere a ulteriori finanziamenti, che andranno, ha affermato Camber, alle organizzazioni slovene di riferimento: vale a dire due appena. Rispetto al rappresentante sloveno nel Corecom non risulta che ci sia nessuno per la minoranza friulana o per quella germanofona.


Alessandra Guerra (LN) ha esordito ricordando il viaggio della Commissione competente in Catalogna. Se è vero che la lingua serve a comunicare un mondo, che è elemento di scambio, di tolleranza e di integrazione, da quel viaggio abbiamo scoperto che governi regionali e nazionali hanno fatto diventare la politica linguistica anche un'opportunità economica. Abbiamo una grande occasione davanti a noi, dobbiamo afferrarla tutti insieme per diventare "Il" laboratorio europeo, linguistico ed economico. Coniugare globalizzazione e identità estrema si può fare. Perciò siamo soddisfatti che l'Aula si stia occupando tanto della legge sullo sloveno che di quella sul friulano, vorremmo però che alcuni emendamenti specifici sulla Val Resia venissero accettati: solo così voteremo a favore della legge.


Fa piacere questo bipolarismo selettivo, ha aggiunto nel suo intervento Carlo Monai (Citt): fa piacere, ha ripetuto, che vi sia convergenza tra centrosinistra e Lega su questioni che riguardano i diritti dei cittadini. Ben venga una legge che valorizzi lo sloveno, ma al suo fianco è altrettanto giusto considerare anche particolarità che animano il territorio del confine. Apprezzo quindi la soluzione, un buon compromesso, della Giunta in cui si fa riferimento alle particolari parlate e che prevede negli emendamenti finanziamenti ai Comuni che meglio possono valorizzare questi stessi territori.


CR; legge sloveno, dibattito e assessore (7)


27 Settembre 2007, ore 16:12


(ACON) Trieste, 27 set - MPB - Il dibattito è proseguito con l'intervento del consigliere Paolo Menis (Margh-PD), che si è soffermato principalmente sulla questione resiana. Devono passare in second'ordine alcune polemiche emerse - ha detto, evidenziando il dato qualificante per il Consiglio regionale di occuparsi di promuovere e tutelare le identità. Sentire di appartenere a una comunità fa maturare una consapevolezza, ha sottolineato Menis sottolineando che in Val di Resia esiste uno strappo lacerante fra i cittadini che si sentono di discendenza slovena e coloro che si sentono solo resiani: è per questo che abbiamo chiesto il riconoscimento dell'identità resiana e se così sarà avremo fatto un passo avanti nel dialogo, senza nulla togliere alla comunità slovena.


Per una regione che nella pluralità ha la sua ricchezza e che ha un'esperienza di convivenza pacifica, importante è mantenere le tradizioni linguistiche - ha affermato Luigi Ferone (Part.Pens.) affermando che la legge regionale si pone come un perfezionamento di quanto fatto con la normativa statale. L'attenzione ai resiani è dovuta perché dignità e rispetto delle identità non possono essere legati ai numeri.


Per Isidoro Gottardo (FI) la garanzia di diritti fondamentali ha un costo anche economico, specie quando la convivenza richiede una complessità di rapporti E' chiaro che occorre riconoscere a chi sta a casa propria il diritto di tutela, ma occorre trovare un equilibrio tra il diritto e ciò che viene percepito come privilegio. Consideriamo positivamente questa legge a patto che non si creino reti di protezione, anche perchè incompatibili con i principi della comunità europea. Quanto ai diritti linguistici del resiano, la nostra posizione è nota, sono sacrosanti e vanno tutelati.


L'assessore Roberto Antonaz ha parlato di giornata storica, sottolineando che i toni usati dimostrano che è stato spazzato un problema ideologico che ha diviso sloveni e italiani. La legge in questione recepisce leggi nazionali, ma è innovativa perché costruita con un criterio di partecipazione, frutto di un gruppo di lavoro che per due anni è stato sul territorio: e' vero che abbiamo messo in prevalenza l'accento sullo sloveno, ma i resiani oggi constatano che non avevamo nessuna intenzione di escludere, bensì di valorizzare le ricchezze esistenti. E' una legge di taglio europeo, ha sottolineato ancora l'assessore, perché nell'Europa che si allarga vanno tutelate le minoranze, che devono avere pari dignità a prescindere dai numeri. Quanto alle risorse, Antonaz annota che i finanziamenti statali sono fermi al 1991, e che quindi c'è la necessità di adeguare questa cifra.


L'Aula ha iniziato a votare il provvedimento.


PDCI: legge sloveno, intervento in Aula di Bruna Zorzini


27 Settembre 2007, ore 17:35


(ACON) Trieste, 27 set - COM/AB - Questo l'intervento della consigliera del PDCI Bruna Zorzini in Consiglio regionale sul disegno di legge per la tutela della minoranza slovena:


"Stiamo per approvare la legge sulla minoranza slovena e, tra qualche giorno, quella sul popolo friulano. Personalmente speravo che la coalizione di Intesa Democratica dimostrasse più coraggio, ma è dovuta soccombere alle pressioni e ai ricatti della sua ala destra molto più che all'opposizione di centrodestra. Ci ritroviamo quindi a votare una legge che non porta grandi novità né cambiamenti, ma si limita a normare diritti già acquisiti, a fotografare lo status quo.


Naturalmente ci sono anche articoli positivi.


Fino a oggi la minoranza veniva sostenuta dallo Stato, ora anche la Regione si assume le sue responsabilità. I contributi di tale Fondo saranno più efficaci se lo stesso sarà consistente da subito, in modo da sopperire con tali risorse alle carenze della legge 38. Penso soprattutto alle trasmissioni in lingua slovena e agli edifici per le attività culturali. Sono particolarmente soddisfatta che questa norma porrà definitivamente fine ai problemi finanziari della scuola bilingue di San Pietro al Natisone.


La formulazione dell'articolo che riguarda la lingua è stata particolarmente difficile perchè l'ala destra di Intesa Democratica ha voluto riesumare antiche asce di guerra proprie della destra nazionalista contrapponendo alla lingua slovena la tutela di dialetti e parlate locali. La prova che si tratta di un dialetto sloveno a tutti gli effetti è data dal fatto che quando parlo con gli amici della Valli, io li capisco e questo deve pure voler dire qualcosa. Vuol dire qualcosa se io li capisco anche quando parlano in Resiano - c'è un minimo comun denominatore che ci unisce che è la lingua slovena. Ciò significa che le parlate non devono sparire, ma devono piuttosto arricchire la lingua di riferimento che per noi è lo Sloveno, la stessa lingua parlata anche dai nostri vicini che con la prossima caduta dei confini farà da collante fra di noi - interlocutori privilegiati in un'interazione europea sempre più stretta.


Contrapporre le parlate alla lingua non ha alcun senso. Prova ne è il fatto che i sindaci delle Valli, quasi all'unanimità, incluso il sindaco di Resia Barbarino, hanno convenuto che la parlata della Val Resia è una variante dello Sloveno. Se per qualcuno tutto ciò rimane un problema, è un problema politico, anche in Intesa democratica. Durante il dibattito sul Friulano c'erano colleghi che di punto in bianco difendevano le parlate contro il Friulano, lo stesso fanno ora per lo Sloveno, perchè in realtà ne hanno sempre avversato la tutela, la promozione e si avvalgono anche di questi argomenti per abbassare il livello della discussione, per rallentare l'approvazione della legge. Di questo devono essere consci quelli che in buona fede difendono la loro parlata.


La verità storica vuole che il richiamo ai dialetti e alle parlate siano stati sempre bandiera di chi, in provincia di Udine, si opponeva ai diritti delle minoranze.


Infine, con tutte le riserve e le critiche del caso, voterò a favore di questa legge. Lo farò soprattutto perché è stata condivisa con le organizzazioni di riferimento della comunità slovena e perché, adesso che la legislatura sta finendo, non abbiamo più il tempo per cercare di trovare soluzioni migliorative. Quanto fatto rappresenta solo il primo passo e sarà la pratica futura a dire se dovremo migliorarlo".


CR: legge sloveno, approvati articoli 1, 2 e 3 (8)


27 Settembre 2007, ore 18:23


(ACON) Trieste, 27 set - ET/DT - Approvati dal Consiglio regionale i primi tre articoli delle norme per la tutela della minoranza linguistica slovena.


Il primo (principi generali) è stato approvato senza emendamenti. Il secondo (ambito territoriale di applicazione) ha suscitato una lunga discussione in Aula, passandone poi il vaglio con due emendamenti.


La prima modifica, su proposta della Giunta, stabilisce che il territorio di insediamento della minoranza linguistica slovena comprende le aree individuate ai sensi della legge di tutela nazionale 38/2001.


Il secondo emendamento approvato, a firma di Tamara Blazina (DS-PD), Igor Kocijancic (PRC-SE), Cristiano Degano (Margh-PD), Bruno Malattia (Citt) e dei consiglieri della Lega Nord Alessandra Guerra, Claudio Violino, Maurizio Franz e Fulvio Follegot, ha introdotto la specifica che i provvedimenti della legge in discussione riguardano anche il resiano e le varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale.


L'articolo 3 (rapporti internazionali) è stato approvato a maggioranza senza alcuna modifica.


Il provvedimento in discussione è composto da un totale di 25 articoli.


I lavori sono stati aggiornati a lunedì 1 ottobre.

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