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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

martedì 23 ottobre 2007

VALLI DEL NATISONE



















VALLI DEL NATISONE
Benecija indipendente "Il castagno" provoca
Lettera all’Unione Europea
Valli del Natisone Roma ci ha venduti, l'acquirente è Lubiana. Ma noi non siamo merce da mercato. Così il popolo delle Valli del Natisone, 6 mila e 200 persone, ha deciso di rivolgersi all'Unione europea. L'obiettivo? Ottenere il riconoscimento dell'indipendenza della Benecija. «Non è una provocazione - dice il promotore dell'iniziativa di rottura, Pietro Qualizza, presidente del circolo culturale Il Castagno - ma una strada che abbiamo scelto di percorrere per non perdere la nostra identità, la nostra storia e la nostra cultura. La legge ci consente di avviare questa procedura per arrivare a diventare realtà autonoma. L'Unione Europea sarà soggetto super partes nella valutazione della nostra istanza. Saremo slegati quindi da Roma e da altre realtà politiche nazionali. Dobbiamo farlo perché in Italia i limiti della democrazia sono più stretti di quello che pensavamo. Dobbiamo farlo per non morire».

Il tema è quello della lingua parlata nella cosiddetta Slavia Friulana, da Ponte San Quirino a Pulfero, fino a Savogna e a Drenchia, al confine con la Repubblica di Slovenia. Ma cosa si parla in queste terre? Sloveno, slavo, protoslavo, dialetto sloveno o cos'altro? «Si chiama esattamente benecijano, una lingua che la legge 205, figlia della 38, vuole eliminare. Andando invece a finanziare lo sloveno, per motivi politici. Da 14 secoli la nostra realtà geografica è stata, ed è anche oggi, cuscinetto tra mondo slavo e mondo latino, caratterizzata da ricchezza unica. Se il Friuli-Venezia Giulia viene considerato piccolo compendio dell'universo, citando le parole di Ippolito Nievo, la Benecija va vista come piccolo compendio del mondo slavo. Vogliamo una legge che tuteli la nostra realtà che è italiana, non slovena. Vogliamo una norma fatta ad hoc per la nostra lingua, che è anima e sentire di un popolo. La 38 spacca le Valli, favorisce i pochi slavisti, alcuni peraltro convinti, e penalizza la maggior parte della popolazione che si sente italiana di cultura slava, non slovena».


Se Regione e Stato non concederanno una legge ad hoc per la zona - lo stesso problema coinvolge per gli identici principi la Val Resia - Il Castagno procederà con la richiesta di indipendenza. Il gruppo ha già eseguito un sondaggio tra i residenti delle Valli: «Tutti sono d'accordo. Prenderemo contatto con chi ha proceduto per l'autonomia della Comunità della Catalogna ma non solo: anche con le organizzazioni dei Baschi e del Kurdistan. Questa volta siamo determinati ad andare fino in fondo. Lo abbiamo fatto in passato, con il completo recupero delle tradizioni delle Valli, dal Kries agli usi religiosi e pagani, con Cravero di San Leonardo come Paese eterno, per non perdere la nostra identità, l'anima tramandata dai nostri padri attraverso la loro parola».P. T.



Dal Gazzettino del 23 ottobre 2007

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