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IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

domenica 14 marzo 2010

RESIA Solidarietà storica

Premetto che non sono uno storico e tanto meno un critico storico, ma per quanto ha scritto Alberto Siega, presidente di Identità e tutela val Resia: “A proposito di Resia, isola linguistica slava” (Messaggero Veneto, 23 febbraio) mi sento di esprimergli, per quanto ha detto la mia solidarietà storica a commento e a titolo di riflessione. Nell’area friulana, infatti, s’incontrano elementi etnici diversi, cioè slavi, tedeschi oltreché friulani, che sono per gli studiosi di linguistica una vera rarità. Come riferiscono gli storici, è probabile che lo strato più antico di questa parlata sia stato proprio quello slavo. L’area istruttiva di questo linguaggio sarebbe la presenza in loco della Slavia friulana. Nella fascia del Friuli Orientale le parlate slave sono vissute a stretto contatto con la lingua nazionale e con il friulano. Cioè si tratta di un antichissimo fondo idiomatico, rimasto fedele all’antichissima favella, strettamente e gelosamente conservato nel corso dei secoli, le cui tracce si trovano anche nella toponomastica locale. Il grande linguista polacco J. Baudouin de Courtenaj, noto specialista anche della Slavia friulana, ha sempre sostenuto che il fatto storico-etnico avvenuto in Friuli non solo è documentato, ma obiettivamente un fenomeno linguistico legato a una provenienza antichissima. Invitava a occuparsene e a raccogliere tutto il materiale possibile sul posto per assicurare che questo patrimonio prezioso in tutti i suoi settori dell’espressione non andasse disperso. Faceva l’esempio della Svizzera, che pur stretta dalla superiore e più comoda cultura germanica, imposta alla Svizzera anche per necessità pratiche, non aveva rinunciato a trasmettere ai posteri le vecchie parlate locali attraverso un’amplissima documentazione diffusa nelle scuole e sostenuta dalla comunità. Altrettanto dovrebbe esser fatto in Friuli, dove l’elemento slavofono testimonia l’intima simbiosi slavo-friulana. Suggeriva anche che bisognava contenere i “friulanismi”. È ovvio che se così stanno le cose, la vecchia favella alloglotta deve esser tenuta al riparo tanto più dallo sloveno, come appunto sostiene in signor Siega. Della Slavia friulana fanno parte i seguenti gruppi: il gruppo resiano (Rezijanski), parlato nel comune di Resia (Rezija), che comprende le varietà di San Giorgio (Bela da connettere con l’antico nome del fiume Fella), Stolvizza (Solbica), Prato di Resia (Ravencia, il capoluogo), Oseacco (Osejani), Uccea (Ucja). I dialetti resiani, secondo gli studiosi, sono i più interessanti tra quelli della Slavia friulana e in loco c’è anche chi li fa derivare dal russo. Affine in parte al resiano è il dialetto del Torre (Tersko) con le sue varietà. Lo slavo è ancora parlato poi nell’area del Natisone, dove è più compatto nei comuni di Drenchia (Dreka), Stregna (Srednje), Grimacco (Grmek), Pulfero (Podbonesc), Savogna (Sovodnje), San Leonardo (Svet Lenart), San Pietro (Speter Slovemov). Nei testi specifici il concetto sostenuto è che se alla base della parlata friulana sta la latinità aquileiese con un fondo fortemente celtizzato, che risale a prima della romanizzazione, alla base dello slavo friulano sta un dialetto che non ha nulla in comune con lo sloveno.


Nello San Gallo Udine


Tratto dal Messaggero Veneto di venerdì 13 marzo 2010 

3 commenti :

  1. salve ,

    Stefano da Milano.

    io assolutamente non voglio intromettermi su questa grande e complicata discussione, dove avendo poi pochi dati storici , e' difficile quasi impossibile , dare delle valutazioni certe sulla lingua , che poi di conseguenza ( sull'argomento attuale), ha lo scopo di tirare le somme per dire se siam ,
    Sloveni o della loro razza.

    io dico che , la lingua di per se stessa , da' solo delle indicazioni , certo ...abbastanza precise , ma non assolute.
    Mi spiego , la lingua in 1500 anni , ha sicuramente avuto , modificazioni
    dovute al "vicinato" ,     ai relativamente movimenti delle persone ,
    e l'introduzione di nuove parole ,per denominare nuovi "oggetti" o cose ........
    un esempio , per farmi capire meglio ,..........nell'anno 1000   a Resia come si diceva "patata" ?
    NON SI DICEVA, la parola con l'arrivo di questo nuovo tubero nel 1500 ,
    sara' stata presa ,  e acquisita , dal primo straniero venuto in valle.

    certo e senza troppe discussioni , e la lingua lo conferma , la provenienza slava di Resia e' certa , ma da quale ceppo, non sia la lingua unico giudice.

    uno giudice sara' , quando la tecnologia  lo permettera' , lo studio genetico , del nostro DNA , in raffronto a tutti i vari ceppi slavi ,
    questa sara' la vera sentenza .

    scusatemi le mie riflessioni che son andate anche un po' fuori tema 

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  2. Studi genetici? Del DNA?????
    Ma lo sapete a cosa hanno portato questi scellerati studi nel corso della Seconda Guerra Mondiale in Germania?

    La lingua non ha niente a che vedere col DNA.
    La prima è un prodotto della mente in relazione al mondo che ci sta attorno (diamo un mondo alle cose).
    Il secondo è una cosa fisica.
    SONO CONCETTI TOTALMENTE SEPARATI.

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  3. Parziale correzione a quanto scritto sopra: nella frase tra parentesi, intendevo dire che con le lingue "diamo un NOME alle cose" (e non "diamo un MONDO alle cose")

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