ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

sabato 27 marzo 2010

RESIANI = SLOVENI? MAI

Mi rattrista,ma quello che pensavo già l'anno scorso prima delle elezioni Comunali (vi ricordate) della Lista "UN FUTURO PER RESIA" è purtroppo realtà.


Alla lunga la verità viene a galla. Almeno alle prossime elezioni Comunali si presentino con una lista chiara nei programmi e con il nome a loro più consono. Ovvero - SLOVENSKA SKUPNOST -.


Eccovi il perchè di queste mie affermazioni:


E' ufficiale, ieri il Consigliere Regionale di Trieste  Igor Gabrovec (rappresentante in Consiglio per gli Sloveni del Friuli.V.G.), ha incontrato a Stolvizza i responsabili Politici della Lista "UN FUTURO PER RESIA" MADOTTO NEVIO di Oseacco e  PAMELA PIELICH di Stolvizza. Erano presenti anche il Presidente del Circolo Culturale Resiano Rozajanski Dum (associazione iscritta alle associazioni slovene) NEGRO LUIGIA e l'ex Sindaco LUIGI PALETTI, e altri (come dice l'articolo) giovani del luogo.


Eccovi l'articolo: http://www.slomedia.it/?mod=aktualno&action=viewOne&ID=5584

5 commenti :

  1. Caro French,

    se "isolare completamente dalla mente" un gruppo di resiani che ha un'opinione diversa rispetto ad un altro gruppo è il modo consigliato per trattare una minoranza, non vedo perchè lo stato italiano non dovrebbe "isolare dalla sua mente" la minoranza linguistica storica dei resiani.

    Ğwän

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  2. Salve Giuan, scusa se ti traduco in questi termini,
    una persona o più persone, possono avere dellle opinioni diverse, è nel loro diritto, ma non tradire le proprie origini, la propria lingua, le proprie tradizioni e i propri usi e costumi.
    Ci stanno già taroccando, la nostra musica, le nostre canzoni, la nostra lingua e, fra non molto, lo faranno anche con le nostre menti. Chi fa questo e, fra qualche tempo,  magari anche qualcosa d'altro, non può essere considerato degno della nostra e della mia considerazione, anche perchè non è più presentabile nella nostra reale resianità.
    Tale accanimento nei confronti di chi vuol salvaguardare la resianità della nostra lingua ed il nostro "Buon Nome - Resia"  può  indicare anche un comportamento zelante più del dovuto nei confronti di un qualsivoglia superiore, finalizzato all'ottenimento di gratifiche economiche personali.
    Questo per me è tradire. Tradire soprattutto tutti quei resiani che credono ancora in questi valori che i nostri padri ci hanno trasmesso e che noi abbiamo ereditato e che vogliamo gelosamente custodire, la nostra lingua genuina.
    Quando mi presento, oltre a declinare le mie generalità, aggiungo anche che sono "Resiano" e parlo il resiano. E' un vanto perchè questa è la mia origine.
    In gioventù si fanno tanti errori, soprattutto se a gestire la sua inesperienza emerge la lunga mano del "vecchio".
    Rifletti, soprattutto da uno che ha molta esperienza.
    Ciao a presto French.
     

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  3. bravo.lo farò anch'io.anzi, perchè noi Resiani residenti fuori valle non rimandiamo al mittente la scheda elettorale per protestare contro la minoranza slovena imposta alla nostra valle?potrebbe essere una buona idea per farci ascoltare dai politici a cui,in fondo,interessano soltanto i voti.questo progetto potrebbe essere attuato alle prossime elezioni politiche o provinciali o comunali.
    Giovanni M

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  4. Caro French,
    quindi il resiano "italianofilo" non sta tradendo le proprie origini, lingua, tradizioni, usi e costumi, mentre il resiano "slovenofilo" sì? Invece di "tradire le proprie origini ecc." l'espressione corretta sarebbe "cercare una spiegazione per le proprie origini ecc." E una volta chiarito che il resiano è slavo, è probabile che occupandosi dello sloveno lo "slovenofilo" troverà una spiegazione. Se il resiano "italianofilo" trova una spiegazione per le proprie origini ecc. occupandosi dell'italiano, me lo faccia sapere. Poi andremo a vedere quale spiegazione è quella più adeguata. Certo, gli "slovenofili" sono una minoranza a Resia, ma questo è esattamente il senso della legge sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche! Basta il 15% dell'elettorato di un comune o il 33% dei consiglieri comunali per esser riconosciuta come minoranza, non il 51% o l'85%. Alla fine sia gli "italianofili" che gli "slovenofili" dovranno poter convivere come resiani sul territorio di un unico comune. E' quello la cosa più importante. Ğwän

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  5. Caro French, caro G.,

    infatti, nomi italiani e tante altre manifestazioni di cultura italiana fanno parte della vita resiana. Sarebbe strano se non fosse stato così, dopo secoli di inserimento in uno stato italiano e i suoi precursori. Ma non basta il semplice riferimento alla cultura italiana o friulana per descrivere l'identità resiana, se nò perché questa insistenza di essere diversi.

    C'è qualcosa in più nel resiano. E quella cosa in più emerge, per esempio, non nel nome anagrafico, di uso amminstrativo e utilizzato quando uno deve pagare le tasse o fare il militare, ma in quello quotidiano, di uso affettivo e utilizzato quando ti chiamano i tuoi. "Ğwanĉić", con il suo suffisso "-ĉić" rappresenta l'unione perfetta della cultura ufficiale italiana con quella privata resiana. Lo stesso suffisso che usano gli sloveni, i croati e via dicendo. Quindi niente di strano, di nuovo, se gli "slovenofili" in un certo senso si riconoscono nella cultura slovena. Ho l'impressione che anche gli "slovenofili" si sentono in primo luogo resiani, però.

    Riservare il titolo d'onore di "resiano" solo a quelli che si riconoscono nella cultura italiana e il titolo infame di "traditore" agli altri è una manifestazione di intolleranza. Parlando di vie: scommetto che "Via Roma" a Prato non si chiamava mica "ta rimska pot" presso i resiani del Settecento. E' una denominazione imposta dallo stato italiano. Ma sia lontano da me chiamare "traditore" chi tra i resiani ha accettato quella denominazione.

    Entrambe le identità sono presenti nel resiano: Sia il "italianofilo" che lo "slovenofilo" troverà giustificazioni storiche e culturali in dipendenza del particolare culturale resiano che uno si sceglie come punto di riferimento. Non si tratta tanto di una piega di tendenza, ma di una tendenza già presente precedentemente, basta rileggere le discussioni sulla grafia resiana verso la fine degli anni Settanta del secolo scorso. Ma con la legge 482/1999, che vuole le cose chiare, ossia bianche o nere, la società resiana si è radicalizzata.

    Una cartella che scrive RAVANZA non è più resiana di una cartella che scrive RAVANCA. Sono entrambe 100% resiane. Ciò che cambia con la scrittura è il modo di vedere la realtà resiana. Queste visioni (o sono ideologie ormai?) stanno trasformando ogni manifestazione di resiano in una conferma o una negazione della propria visione. Non è più possibile che una cosa sia semplicemente resiana e basta. Tra poco avremo due carnevali resiani, uno "italianofilo" e uno "slovenofilo"!

    Smettiamola di vedere la realtà resiana in primo luogo con occhi "italianofili" o con occhi "slovenofili"! Siamo tutti "resianofili", vero? La lingua e la cultura appartengono a tutta la società, non solo a un gruppo sociale che le interpreta con una ideologia o con un'altra. Se nò, non può neanche essere una lingua, ma solamente un gergo politico.

    Ğwän

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