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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

giovedì 12 aprile 2007

SU LE ANTENNE RESIANI

LJUBLJANA

D'Alema e Rupel rilanciano il ruolo delle minoranze




Tutela delle minoranze, energia, collegamenti transfrontalieri, riconciliazione, indennizzi agli esuli: sono stati questi i temi più importanti che il ministro degli Esteri italiano, Massimo D'Alema, ha affrontato con l'omologo sloveno, Dimitrij Rupel, il premier Janez Jansa e il presidente della Repubblica, Janez Drnovsek, nel corso della visita che il 9 e il 10 gennaio si è snodata tra Gorizia / Nova Gorica e Lubiana.
Era dal fatidico11 settembre 2001 che un ministro degli Esteri italiano (allora era in carica Renato Ruggiero del governo Berlusconi) non metteva piede in Slovenia per una visita ufficiale. Per cinque anni è stato come se tra i due Paesi fosse in corso ancora la guerra fredda o, peggio, che si fossero nuovamente scavate del vecchie trincee della Prima guerra mondiale. Eppure la Slovenia nel frattempo aveva fatto passi da gigante verso l'integrazione europea: il 1° maggio 2004 è diventata parte integrante dell'Unione e si stava attrezzando per introdurre l'euro (cosa avvenuta il 1° gennaio di quest'anno) e per entrare nell'area Schengen (la caduta del confine è prevista per la fine dell'anno in corso). Tutto ciò al confinante italiano non sembrava interessare e tutto faceva capire che la politica verso la Slovenia era condizionata dai circoli nazionalistici triestini.
Per Italia e Slovenia era, quindi, necessario riallacciare i rapporti e riprendere la collaborazione sepolta dalla polvere e tenuta in vita unicamente dai politici regionali. Ecco perché l'agenda di D'Alema è stata fitta di argomenti e il tema delle minoranze ­ un altro tema congelato dal governo Berlusconi ­ è tornato prepotentemente a galla ed è stato, a detta degli stessi protagonisti degli incontri, uno dei temi principali dei colloqui.
Anzi, i rappresentanti degli italiani in Slovena e degli sloveni in Italia a Nova Gorica hanno partecipato agli incontri ufficiali. Al contrario di quanto succedeva in passato quando la problematica minoritaria veniva trattata a porte chiuse e veniva appena accennata nelle conferenze stampa e nei documenti finali.
Il ministro D'Alema ha espresso la necessità di «pensare a questo territorio in modo nuovo, europeo, cioè non più come ad un confine tra due Stati e due minoranze, ma come ad una grande regione in cui si mescolano le culture e le civiltà. Ed è proprio per questo motivo più ricca e può svolgere un ruolo chiave nella costruzione della nuova Europa».
I presidenti regionali, Drago Stoka dello Sso e Rudi Pavsic della Skgz, hanno presentato ai due ministri degli Esteri la lista dei problemi, di cui la comunità slovena attende da anni la soluzione: attuazione della legge di tutela con la definizione del territorio di attuazione, adeguamento delle dotazioni finanziarie, rappresentanza della minoranza nel parlamento italiano, sostegno alla stampa periodica slovena, ratifica della Carta europea sulle lingue regionali e minoritarie, approvazione da parte del parlamento italiano del nuovo statuto regionale.
Due sono in particolare le richieste di Sso e Skgz che riguardano la provincia di Udine: l'istituzione della scuola media bilingue e la rapida attuazione della convenzione tra governo e Rai per la visibilità in provincia di Udine dei programmi sloveni emanati dalla sede regionale della Rai.
I rappresentanti delle minoranze hanno espresso soddisfazione per gli incontri avuti e in un comunicato hanno sottolineato che «nella logica dei processi integrativi europei e di buon vicinato tra i due Paesi, gli appartenenti alle due minoranze, unitamente alle loro organizzazioni, possono svolgere un ruolo importante di collegamento e di stimolo per lo sviluppo dell'intero territorio che rapidamente si sta scrollando di dosso il peso storico dei confini e del passato».



(Dom, 15. 1. 2007)

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