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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

martedì 26 giugno 2007

Tabella comuni "sloveni" boccitura sacrosanta

di Luciano Santoro


Messaggero Veneto    marzo 2006


Ho appreso con molta soddisfazione che il 17 marzo scorso il consiglio dei ministri ha respinto per la terza volta la " tabella " dei comuni nei quali , secondo i compilatori, esisterebbe una minoranza nazionale slovena tradizionalmente presente sul territorio. Tra i 18 Comuni della provincia di Udine ci sono 17 comuni di Valli del Natisone, Torre-Cornappo e Resia dove, in realtà da 1400 anni, esiste una minoranza linguistica slava, ma assolutamente non slovena, nonchè la città di Cividale del Friuli ( non degli slavi e tantomeno degli sloveni ). Tutti sanno che Cividale del Friuli, l'antica Forum Iulii ( da cui deriva il nome del Friuli ) non è mai stata abitata dagli slavi, ne tanto meno dagli sloveni ( la Regione Slovenia nasce nel 1809), ma i componenti sloveni  del comitato paritetico, l'assessore regionale alla cultura Antonaz, i consiglieri regionali e provinciali,l'università di Udine, la Filologica Friulana fanno finta di non saperlo e non sono mai intervenuti per confutare questo imperdonabile arbitrio, nemmeno quando un terzo dei consiglieri comunali cividalesi, con motivazioni ridicole e non rispettose di tutti i dettami della legge 38/2001 ( regalo del governo di centro-sinistra, presieduto dall'onorevole D'Alema, approvata una settimana prima dello scioglimento delle Camere), ha chiesto il riconoscimento di una minoranza nazionale slovena tradizionalmente presente sul territorio. A seguito del parere  del consiglio di Stato, solo il sindaco, su mandato della maggioranza, ha chiesto al comitato paritetico di verificare la presenza della minoranza nazionale slovena in Cividale del Friuli e di avere i risultati di tale verifica ( li sta ancora aspettando). Pertanto la tabella non è stata approvata dal consiglio dei ministri perchè per ben tre volte il comitato paritetico non ha fatto correttamente il suo lavoro. Il presidente del comitato paritetico dovrebbe sapere che non è lo Stato inadempiente ( come lui afferma ), ma è il comitato paritetico che non ha svolto e non vuole svolgere il suo lavoro in modo chiaro e che non ha preso in considerazione il parere del consiglio di Stato  sulla verifica della tradizionale presenza degli sloveni, perchè, se il comitato avesse verificato le richieste ricevute, avrebbe dovuto escludere i 18 comuni della provincia di Udine, in quanto le loro richieste erano ambigue e poco chiare. Inoltre il comitato paritetico in realtà tale non è, in quanto un membro della componente italiana, da tempo dimissionario, non è mai stato surrogato, e un altro, nominato nella componente italiana, in precedenza, per l'elezioni in altri comitati, si era dichiarato "sloveno". E allora che comitato paritetico è quello in cui la parte slovena è costituita da 11 componenti e quella italiana da 8? Non sarebbe giusto finalmente ristabilire la pariteticità del comitato, esaminare la regolarità delle domande presentate dai Comuni, effettuare regolarmente, a tutti i livelli, gli accertamenti sulla "tradizionale presenza "degli sloveni nei comuni della provincia di Udine e quindi approntare una "tabella" rispondente alla reale situazione sul territorio?

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