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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

lunedì 18 gennaio 2010

I PROCESSI PARTECIPATIVI

In riferimento all’articolo apparso sul Messaggero Veneto del 5 gennaio 2010 “Centralina idroelettrica, si attende la revoca”, in cui il capogruppo della minoranza del comune di Resia, Nevio Madotto, esprime le sue considerazioni riguardo alla costruzione di una nuova centrale idroelettrica nel territorio di Resia, l’associazione Identità e tutela val Resia sente la necessità di replicare. Essa non vuole dare ulteriori giudizi oltre a quelli che sono già stati espressi sulle pagine del quotidiano regionale Messaggero Veneto circa l’installazione di una seconda centralina per la produzione di energia elettrica in valle. Desidera soltanto soffermarsi sulla frase detta da Madotto: «Su temi così importanti, che possono incidere sul futuro della nostra valle, c’è la necessità di istituire dei processi partecipativi che coinvolgano attivamente la popolazione». Dichiarazione sacrosanta; ma, signor Madotto, vale solo per la centralina o si può estendere anche al grave problema dell’inserimento del resiano nella minoranza linguistica slovena? Come mai nell’ottobre del 2002, all’insaputa della popolazione della val Resia, lei ha fatto sì che il territorio resiano aderisse alla legge 38-2001 (legge che tutela esclusivamente la lingua slovena) e, di conseguenza, che la lingua resiana diventasse un dialetto minoritario sloveno, con effetti che nel tempo saranno devastanti per la sopravvivenza della lingua stessa? Per quale motivo, nel 2002, non ha fatto partecipe la popolazione di ciò che stava avvenendo? Complice anche l’allora maggioranza del Comune di Resia, che, cosa gravissima, il 23 maggio 2002 dichiarava che il 90% della popolazione resiana parla un dialetto sloveno. E ancora, perché lei con altri 4 consiglieri del Comune di Resia non ha indetto un’assemblea pubblica che informasse la popolazione del contenuto della sopraccitata legge? Signor Madotto, quello che ora lei dichiara poteva essere manifestato nel 2002, quando in gioco non c’era una nuova centralina, ma un bene molto più prezioso e inestimabile qual è la lingua resiana! Purtroppo la sua dichiarazione arriva tardiva e offende coloro che, da sempre, hanno difeso la val Resia da intrusioni territoriali e linguistiche. Se lei, signor Madotto, ha l’abitudine di “predicare bene ma razzolare male” non le resta che dare le dimissioni perché non è più credibile in quanto le sue attuali affermazioni odorano di propaganda e opportunità politiche. Anche noi dell’associazione non abbasseremo la guardia né sui temi ambientali riguardanti la val Resia né, soprattutto, sulla questione linguistica che più ci sta a cuore. Invitiamo pertanto Madotto e la sua lista a prendere esempio da ciò che hanno ottenuto per la loro lingua gli abitanti di Timau e di Sauris e ad adoperarsi per un censimento che quantifichi l’effettiva presenza in valle della minoranza linguistica slovena. Solo dando alla popolazione la facoltà di esprimere la propria opinione le si rende giustizia e dignità.


Alessandra Manzini


Per l’Associazione Identità e Tutela val Resi 


Pagnacco


Tratto dal Messaggero Veneto di domenica 17 Gennaio 2010

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