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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

mercoledì 6 gennaio 2010

Udine: convegno sui 10 anni della legge 482

La legge 482 c’è, da dieci anni, ma mancano le risorse per attuarla pienamente. E il problema, soprattutto in tempi di crisi, è quindi come e dove reperire i fondi per garantire la tutela del friulano e delle altre lingue minoritarie. A chiederselo è proprio l’assessore regionale alla cultura, Roberto Molinaro, che, durante il convegno organizzato ieri dal Centro internazionale sul plurilinguismo dell’Università di Udine, sul tema Scuola e amministrazione pubblica. I dieci anni della legge 482 nelle comunità linguistiche d'Italia, ha tracciato un bilancio non proprio positivo, a partire dal lontano 1999.
«Manca la quotidianità nella valorizzazione e nella tutela delle lingue – ha spiegato – e le lingue non vengono riconosciute come un valore nella società. E poi le risorse provenienti dallo Stato per il friulano sono minori rispetto a quelle per lo sloveno». E su questo concetto si è detto d’accordo il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini che ha affermato: «Esistono minoranze linguistiche di serie A e di serie B. E se lo sloveno è una lingua di serie A, il friulano è considerato di categoria B». Fontanini si riferiva in particolare alle trasmissioni radiofoniche e televisive. «Per gli sloveni e i tedeschi ci sono, eccome, – ha precisato – mentre per il friulano bisogna fare di più. Speriamo che il governo si convinca di questa necessità, perché le lingue minoritarie sono 12 e non 3. I friulani hanno diritto ad avere quello che hanno gli altri sul loro territorio».
Soldi e programmi televisivi a parte, un altro ostacolo alla tutela del friulano sarebbe rappresentato proprio dalla politica e dalla stessa società. Secondo il senatore Ferruccio Saro (Pdl), a dieci anni dalla legge 482 si è perso l’interesse verso questi problemi. «Il tema è molto sottovalutato – ha spiegato ieri – mentre la lingua friulana è davvero espressione dell’anima e dell’identità regionale. Ma se nel popolo non c’è questa consapevolezza e la questione viene trattata solo da élite ristrette, la contrattualità e il cambiamento diventeranno sempre piú difficili».
D’accordo con lui la senatrice Tamara Blazina (Pd), la quale ha fatto notare «come ci sia una mancanza di discussione al di fuori degli addetti ai lavori e dei politici». Senza considerare «che la legge appare un po’ vecchia». «Sono passati dieci anni – ha spiegato ancora – e ci sarebbe qualche aggiustamento da fare, puntando sulle trasmissioni tv e su altre iniziative», come qualche esperienza pilota, fra attività sociali bilingue e cooperazioni transfrontaliere, suggerite da Domenico Morelli del Comitato nazionale federativo per le minoranze linguistiche italiane (Confemili).
E pensare che con piú fondi e iniziative per la tutela della lingua minoritaria, a detta di Saro, si potrebbe contare su un futuro importante in Europa, se solo si riuscissero a rafforzare le peculiarità linguistiche e culturali. Il senatore, Mario Pittoni (Lega), ha comunque assicurato che un emendamento per rafforzare la legge è già pronto: «Ci stiamo muovendo per ridurre le problematiche esistenti nella tutela del friulano – ha spiegato – anche perché gli studenti friulani si rivelano come i migliori d’Europa, insieme ai finlandesi. Entrambi questi popoli sono abituati a parlare due lingue con pari dignità, perché i finlandesi imparano da subito anche lo svedese».
Da tutelare poi non solo il friulano, ma anche il resiano, secondo quanto detto ieri. «Dal 2001 al 2006 ho tentato di modificare la 482 – ha aggiunto Fontanini - perché si contempli appunto il resiano». Una difesa necessaria anche secondo Saro: «Bisogna prendere atto dell’esistenza di questa lingua e della cultura che esprime. E cosí pure va affrontato il tema della Slavia Friulana».
Notizia tratta in data 13 dicembre 2009

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