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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

martedì 31 agosto 2010

RESIA Questionario e identità

Sono un cittadino nato e residente da sempre a Resia, che si occupa e si interessa, per quanto può, dei problemi del nostro piccolo comune, finito spesso sotto le luci della ribalta per questioni riguardanti la sua lingua e cultura. Scrivo per denunciare il livello, a mio avviso intollerabile, che la strumentalizzazione politica della tutela della lingua e della cultura resiana ha raggiunto ultimamente. L’ultimo grave fatto risale al 6 agosto. In tale data è infatti pervenuta a tutte le famiglie residenti a Resia, consegnata a mano dai giovani impiegati con borsa lavoro dall’amministrazione comunale, una lettera del sindaco Sergio Chinese. In essa era esposto il progetto di un sondaggio o censimento chiamato “questionario identitario”, elaborato allo scopo di «ricercare una solida unione identitaria resiana capace di dialogare con i nostri vicini» e seguito dalla richiesta di rispondere, in modo anonimo, ad alcune domande inerenti «l’uso della lingua resiana e l’eventuale uso (di) altre lingue». La lettera conteneva in allegato un formulario, elaborato evidentemente dai membri della giunta e firmato – copia per copia – dal sindaco, nel quale erano poste domande di questo tenore: «Vorresti adottare lo sloveno come “lingua-standard” che difenda le parlate della Valle?», «Pensi che il sangue e gli antenati pesino comunque sulla scelta nazionale?», «A quale Patria senti di appartenere?». Domande, come si nota, atte esplicitamente a continuare l’annosa polemica intentata da una parte della comunità contro il “mostro sloveno”, se mi è consentito definirlo in tal modo, che sarebbe alle nostre porte e si preparerebbe a invaderci e colonizzarci. Questo è infatti il clima puzzolente in cui viviamo da anni, caratterizzato da campagne elettorali condotte a suon di slogan tipo «verranno a revocarvi le pensioni»; dalla demonizzazione sistematica delle persone che cercano un più ampio orizzonte di condivisione con il popolo sloveno, storicamente sempre interessato alla storia e alla cultura resiana, e consapevole della sua importanza; per giungere infine, è di pochi giorni fa, alle stucchevoli manifestazioni poste in essere davanti alla sede municipale per impedire a un cittadino l’esercizio di un suo legittimo diritto, il ritiro della carta d’identità bilingue. Manifestazioni cui hanno partecipato in gran maggioranza persone certamente originarie di Resia, e tuttavia che risiedono fuori del nostro comune per quasi tutto l’anno e quindi possono conoscere solo in parte le gravi questioni che si pongono ai residenti. Questo, come detto, è il clima generale in cui s’inserisce quest’ultimo atto dell’amministrazione comunale, su cui vorrei svolgere alcune considerazioni. Per ciò che attiene al versante economico, mi chiedo se il signor sindaco ritiene di usare proficuamente il suo tempo e quello della sua giunta elaborando questi questionari di puro stampo ideologico, e firmando personalmente un migliaio circa di copie del questionario medesimo, invece di occuparsi di altri problemi ben più gravi che lui come me conosce; lo stesso vale per il tempo, retribuito con le tasse di tutti, dei dipendenti comunali che hanno fisicamente imbustato lettere e questionari e dei giovani assunti, lo ricordo, con borse lavoro finalizzate alla tutela del verde pubblico e della viabilità. Quanto al contenuto, ritengo che si tratti di un’operazione fondata sulla contrapposizione frontale a tutto quanto è identificato come “sloveno”, e in tal senso identificato come nemico da combattere, ricercando al contempo le presunte “quinte colonne” che a Resia agirebbero per favorire la penetrazione della cultura slovena all’interno di quella resiana. Chi conosce la situazione, sa benissimo che questa paura è totalmente infondata e irrazionale: è mai possibile che proprio oggi, dopo secoli di sviluppo autonomo, Resia e la sua cultura possano essere inglobate e “colonizzate”? Io non credo proprio. Operazioni del genere non furono tentate neanche in tempi ben più bui di questi, allorché il nostro confine segnava lo spartiacque con il mondo comunista ed effettivamente ci poteva essere qualche fondato timore di invasioni o eventi analoghi. Eppure nonostante la storia, il fatto che siamo nel 2010 e che il nostro orizzonte dovrebbe essere l’integrazione comune nell’Unione europea (di cui fanno parte tanto l’Italia e il Friuli, quanto la Repubblica di Slovenia), mi pare ci siano ancora persone che ragionano con categorie da guerra fredda. In quale altro contesto infatti si possono inserire frasi come quelle contenute nel suddetto questionario e nella lettera che lo accompagnava? In conclusione, il fine del questionario è forse quello di ottenere una sorta di plebiscito su un dato che più ovvio non si può, cioè la nazionalità italiana dei resiani e il loro sentimento di appartenenza all’Italia, fatti indubitabili e che tuttavia invece d’essere affermati in positivo, come valori da inserire nel quadro più ampio della collaborazione e del confronto fra popoli e dell’integrazione fra culture ed economie diverse, sono viceversa usati in negativo, come strumento per opporsi allo straniero e al diverso: un modo di ragionare, lo ribadisco, superato dal tempo e dalla storia. Spero vivamente che i risultati di questa specie di sondaggio siano diffusi in modo onesto e trasparente, soprattutto il dato della partecipazione percentuale sul totale dei questionari consegnati. Vedremo in tal modo se e quanta parte della popolazione resiana deciderà ancora una volta di cadere in queste trappole puramente demagogiche e anacronistiche, invece di ricercare, una buona volta, l’unità per tutelare seriamente – e non solo a parole – la particolarità di Resia e i gravi problemi che si pongono alla Valle e in generale alla montagna.


Daniele Lettig Resia


Tratto dal Messaggero Veneto del 27 Agosto 2010

6 commenti :

  1. Daniele lettig si prenda il Cherubini e vada a vivere a Lubjana, per favore, farà un grande regalo a tutti noi resiani

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  2. Troppo giovane il ragazzo per esprimere certi giudizi. Se il nonno vedesse sventolare la bandiera slovena proprio sopra la lapide che ricorda la volontà dei resiani di rimanere italiani......si rivolterebbe nella tomba!

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  3. hehe che poi la bandiera italiana ha fregato gli resiani già nel 1866...

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  4. Non esagerare, se voui rispondi a tono, ma ci scommetto che il resiano (o lo sloveno) tu non lo parli...
    E se non lo parli e il nonno era effettivamente della valle, hai perso di sicuro una parte delle tue radici.
    saluti

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  5. Ma come, la regione ha speso 34milioni di euri per gli impianti a Sella Nevea, cosi' da collegare la Slovenia a Sella e richiamare un po' di turismo sloveno in una zona praticamente MORTA, e voi cosa fate????
    Casini per una ostia di carta d'identita' bilingue???
    Siete fuori.....
    Imparatevi lo sloveno e un po' piu' di tolleranza (e storia anche....)
    L'Italia avra' pure subito perdite territoriali e vessazioni dalla Jugoslavija dopo la guerra, ma spero saprai bene cosa combinavano gli italiani in Jugoslavija.....
    Ma quesa e roba vecchia.
    Vi invito a riflettere, non perdete il treno, dobbiamo rispettarci oggi per quello che siamo: uomini EUROPEI dell'EUROPA, altrimenti non andiamo da nessuna parte.
    E se c'e' un dialetto anche se di origini diverse alle nostre, va rispettato, ma sopratutto VALORIZZATO.
    Io se abiterei li mi farei di corsa la carta d'identita' bilingue. Ti posso garantire che gli sloveni e la Slovenia stessa apprezzerebbe molto un tale gesto di amicizia.
    Se fate cosi' rischiate di perdere anche i pochi turisti che vi puo' portare Sella.
    Prendila come un consiglio, non voglio insultare ne mancare di rispetto a chiunque.
    Ciao.

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  6. Non hai capito il concetto : i Resiani non è che non vogliano essere EUROPEI d' EUROPA (per fortuna sono persone intelligenti e anche istruite) vogliono soltanto essere riconosciuti come tali cioè RESIANI, vista la particolarità etnica fondata su basi scientifiche.
    Come facciamo a rilasciare una carta d'identità scritta in un linguaggio incomprensibile che nessuno di noi comprende??? IL RESIANO non è sloveno!
    Sai cosa ci interessa di fare cosa gradita agli sloveni rilasciandola?
    Ma di quali turisti provenienti da "Sella" parli?

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