Il carattere e la lingua
Al signore che in data 13 luglio 2010 scrive da quel di Prepotto che abita a 200 metri dalla Slovenia e che mi taccia di antieuropeo domando se si sia mai chiesto, anche per risparmiare centinaia di migliaia di euro per problemi logistici (come dice lui), perché mai la repubblica di Slovenia, così vicina a lui, non si sia mai posta il problema di istituire sul suo territorio (Dobrovo – Neblo) una utilissima scuola bilingue sloveno-italiano che avrebbe certamente un maggior peso economico, intellettuale e politico tra le popolazioni residenti al di qua e al di là dell’ex confine e che hanno tratto sempre beneficio dai rapporti di lavoro e altro con l’Italia. Secondo lui la Slovenia non è nazionalista? Gli ricordo che i confini sono caduti e che la Slovenia si trova in Europa anche grazie ai buoni appoggi dell’Italia. Faccio presente peraltro al preoccupato genitore, quando dice che non distinguo l’arroganza dalla fermezza, che la mia padronanza dell’italiano è eccellente pur parlando io altre 2 lingue. Oltre all’arroganza e alla fermezza esiste anche la fermezza arrogante e la ferma arroganza... Un signore mio amico proveniente (fuggito) dai regimi instaurati nel dopoguerra a Est dell’Adriatico e a cui era stata trucidata la famiglia per ragioni politiche, un giorno mi disse: «Voi slavi del Friuli, per tanti secoli a contatto con i popoli latini dell’Italia, ne avete assimilato in qualche modo il carattere. Voi vi ponete un obiettivo e ci mettete tutte le energie per raggiungerlo nel minor tempo possibile; raggiuntolo, passate ad altro trascurando di consolidare ciò che avete ottenuto! Voi non conoscete i popoli slavi dell’Est: loro si pongono obiettivi a lunga scadenza, non importa se non li raggiungono in una generazione purchè, prima o poi, i loro discendenti lo ottengano. Per raggiungere tutto ciò usano la politica del cuneo». Da noi sta succedendo questo dopo la seconda guerra mondiale. Però nel nostro Dna esistono ancora quelle caratteristiche comuni a tutti i popoli slavi (tener duro). Complimenti vivissimi al Sindaco di Resia, alla sua amministrazione comunale (compresa l’opposizione) e alla popolazione che sostiene e rimarca con fermezza le proprie tradizioni non slovene, ma resiane, con buona pace dell’Skgz. Dopo questa presa di posizione della popolazione resiana, in che modo si intenderebbe imporre la lingua slovena nella Val Resia, a scudisciate?
Renzo Onesti San Pietro al Natisone
Tratto dal Messaggero Veneto del 26 Agosto 2010
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