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venerdì 20 agosto 2010

SLAVIA FRIULANA

Incertezza propositiva


Le argomentazioni svolte da Sandra Medves sul Messaggero del 22 luglio scorso, se sono pienamente condivisibili per quanto riguarda la parte relativa alla denuncia del sostanziale disinteresse da parte delle forze politiche di centrodestra sulle problematiche del futuro della Slavia friulana, peccano per la loro incertezza propositiva. Questa caratteristica di concentrare la propria attenzione quasi esclusivamente sulla denuncia di quello che non va ed essere assolutamente latitante nella parte propositiva è, comunque, la caratteristica distintiva della Lega della Slavia dalla sua fondazione. Con l’avvento di Sandra Medves alla guida dell’organizzazione mi aspettavo una svolta in senso più costruttivo e propositivo. Invece, oltre alla denuncia – pienamente condivisibile –, nessun accenno a una possibile alternativa culturale e politica, quasi ad avallare, dopo averlo criticato, il vuoto progettuale del centrodestra in materia. La denuncia della colpevole passività delle forze politiche di centrodestra sulla questione della tutela di questa comunità non è solo condivisibile, ma va ancor più esplicitata e rafforzata. Da questa condanna – senza “se” e senza “ma” – deve ora scaturire una proposta di soluzione a questo vuoto politico che rischia di vanificare la “resistenza” dei cittadini della Slavia all’incontrastata forza organizzativa e finanziaria dei professionisti della nazionalità slovena in questa parte del Friuli. Al rammarico per il perdurare dell’assenza politica del centrodestra sui problemi della Slavia va ad aggiungersi lo sconcerto per i contenuti del documento suicida sottoscritto dai sindaci delle Valli del Natisone che, a pochi giorni dal rinnovo del solenne giuramento autonomistico dell’Arengo (27 giugno a San Pietro al Natisone), sollecitavano l’azzeramento di qualsiasi residuo di autonomia amministrativa. A questo punto, qualcuno deve assumersi la responsabilità di prendere l’iniziativa di tentare di coagulare tutti coloro che – singoli cittadini, gruppi, associazioni, movimenti – concordi nell’analisi della situazione si rendono conto della necessità di passare a una fase successiva e cioè quella di un’autonoma iniziativa politica locale, alternativa ai raggruppamenti attualmente esistenti, asserviti a logiche di potere estranee, per non dire contrarie, agli interessi reali dei cittadini della Slavia. Continuare a garantire il consenso elettorale a formazioni politiche che non si fanno carico dell’evidente volontà politica espressa dai cittadini significa convalidare la scelta della definitiva cancellazione dalla carta dei popoli del Friuli della storica comunità della “Schiavonia sopra Cividale”. Consci delle difficoltà che una tale iniziativa comporta, ma determinati a non svendere la propria dignità comunitaria, gli uomini e le donne liberi della Slavia devono ora uscire allo scoperto e rendere esplicito quel movimento di opinione, largamente maggioritario nella locale società, che crede ancora nel proprio futuro in quanto comunità inconfondibile capace di gestirsi autonomamente. In questa prospettiva, deve formarsi una classe dirigente degna di quel nome, libera dai condizionamenti esterni, pluralista e alternativa a quella attuale, capace di dare concretezza a un Progetto di rinascita e sviluppo della Slavia, nel quale la conservazione dei valori autentici del passato si coniuga con l’apertura ai valori della modernità e della costruzione europea. Viviamo un momento storico e non solo per le conseguenze della situazione economico-finanziaria mondiale. Saprà la gente della Slavia cogliere l’opportunità della crisi in atto per regalarsi un sogno che diventa realtà?


 Pietro Qualizza circolo culturale “Il Castagno” San Leonardo al Natisone


Tratto dal Messaggero Veneto del 7 agosto 2010

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