Due domeniche fa, a Stolvizza di Resia, ho firmato ed inviata al Presidente della Regione Renzo Tondo la lettera con la quale il movimento “Aghe di Mont” denuncia il nuovo andazzo che vuole l’acqua non più bene comune privo di rilevanza economica, non più un diritto di tutti gli esseri umani, ma una risorsa economica da affidare alle famigerate regole del mercato. Una scelta, che per la montagna rappresenta una vera tragedia le cui avvisaglie si sono già avute con lo smisurato aumento delle bollette emesse ultimamente dal nuovo gestore Carniacque. Nella lettera si richiede la modifica della Legge Regionale 23 giugno 2005 numero 13 (legge Galli) affinché la gestione del servizio idrico e quello della fognatura torni ai Comuni anche quelli piccoli. Sarebbe una scelta giusta e coraggiosa che la Regione auspichiamo, anche sotto la spinta delle centinaia e centinaia di lettere inviate al suo Presidente, dovrà assolutamente prendere. Per chi vive in montagna come me e che sente in ogni momento le oggettive difficoltà che una tale scelta di vita comporta, questo continuo tentativo di sciacallaggio delle risorse della montagna rappresenta un grande e grave attentato al mio e nostro essere e vivere in montagna da cittadini liberi e responsabili. Il patrimonio naturale e i valori difesi da sempre e tramandati da millenni dai nostri antenati, non possono essere oggetto di freddo mercato dove attualmente il bene acqua rappresenta un business sicuro e senza rischi, mentre i residenti della montagna saranno via via disincentivati a rimanere, umiliati e assoggettati da poteri economici spesso sconosciuti. Constatare come questa preziosa risorsa quale è l’acqua che qui in montagna scorre in ogni angolo con sorgenti, cascate, zampillii, torrenti, rigagnoli il tutto di una bellezza senza pari e di una abbondanza davvero straordinaria, sembra davvero anacronistico. Parlare poi di gestore delle acque con tanto di consiglio di amministrazione, presidente, vice-presidente, direttore, vice-direttore, segretario... e una struttura aziendale costosissima, mentre in montagna la reperibilità di questa grande risorsa è quanto mai semplice e la sua distribuzione possibile con una semplice struttura gestita dai Comuni come fatto fino a oggi, ci vengono i brividi nel vedere, in presenza della sbandierata crisi economica, lo sperpero di tanto denaro pubblico. Invito pertanto tutti i cittadini e in particolare quelli dei Comuni di montagna a inviare al Presidente della Regione queste lettere al fine di far recepire al sig. Renzo Tondo le convinzioni della gente di montagna che in materia di gestione acqua pubblica hanno le idee chiare molto chiare che si possono riassumere con una semplice frase «L’acqua non può essere oggetto di scambio commerciale e non è in vendita».
Cesarina Moznich Stolvizza di Resia
Tratto dal Messaggero Veneto del 7 novembre 2010
lunedì 8 novembre 2010
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