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venerdì 12 novembre 2010

Acqua, parte la protesta contro le servitù

Arrivano le bollette dell’acqua in Carnia: si prospetta un altro salasso per le famiglie che potrebbero vedere ancora una volta, nonostante il cambio al vertice di Carniacque, la società che gestisce il ciclo integrato delle acque nei comuni dell’alto Friuli, aumentare l’importo annuo da corrispondere per il servizio. Franceschino Barazzutti interviene:«Carniacque per cercare di far passare la sua politica di aumenti, ha diviso il periodo di fatturazione in due semestri. Ma è sotto l’occhio di tutti che la somma fatturata per il periodo gennaio giugno 2010 è maggiore alla metà di quella fatturata per tutto l’anno precedente». Ferve intanto la preparazione della manifestazione di sabato a Cercivento contro tutte le servitù cui verrebbe soggetta la montagna carnica. Non si parlerà solo di elettrodotto Somplago Wurmlach- prosegue Barazzutti – si parlerà a 360 gradi di tutte le imposizione cui è soggetta la montagna: anche di acque». «Ci avevano detto - continua Barazzutti – che con Carniacque, società privata, ma con i Comuni della montagna a detenere ampie quote di capitale, non si sarebbe privatizzato questo bene essenziale. Ma chi comanda è la friulana Amga, che gestisce lo know how e di fatto stabilisce all’Ato le tariffe da applicare». Intanto “Aghe di Mont” il movimento che tende a far tornare in capo ai comuni la gestione dell’acqua, ha cominciato a raccogliere le adesioni per far inviare da parte delle famiglie della Carnia, Tarvisiano e Gemonese una lettera-tipo al presidente Tondo nella quale si chiede di riconoscere l’acqua come bene primario e comune e di riportare la sua gestione in capo ai comuni. «Grazie al fatto che la nostra è una Regione a statuto speciale - spiega Barazzutti – l’esecutivo dovrà riassegnare le competenze dell’Ato entro la prossima primavera: ci attendiamo che a marzo 2011 la Regione, sommersa dalle lettere dei cittadini della montagna, tenga conto della loro volontà e riassegni la gestione delle acque si comuni montani».

Tratto dal Messaggero Veneto dell'11 novembre 2010

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