Sul numero del 2 novembre ho letto con piacere la lettera del signor Nello San Gallo (che non conosco, ma che ringrazio perché più volte è intervenuto sulla questione), il quale spiega magnificamente la situazione delle valli della Slavia friulana come pure l’articolo riguardante i finanziamenti alle varie istituzioni slovene su cui il consigliere regionale Roberto Novelli fa alcune considerazioni più che giuste. Tutti quei soldi a che servono? A riempirci di cartelli bilingui che chi non ha studiato lo sloveno non sa leggere in modo corretto? Ad aprire sportelli bilingui dove chi non ha studiato lo sloveno non sa sbrogliarsela pur parlando la lingua locale? Da parte mia dirò che la legge numero 38/2001 (legge dello Stato che sarebbe bene fosse pubblicata integralmente per portarla a conoscenza di tutti i lettori) mi rende straniera rispetto a quelli che ho sempre considerato la mia unica patria e il mio unico popolo, perché non mi calcola più “italiana” ma “slovena in Italia”. Mi sembra un prezzo troppo alto da pagare senza recriminare!
Magda Succaglia San Pietro al Natisone
Tratto dal Messaggero Veneto dell' 11 novembre 2010
venerdì 12 novembre 2010
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lo stesso discorso lo puoi fare anche a firenze(offrire la giusta tutela a chi la vuole)....la legge italiana ha finora tutelato egregiamente la minoranza slovena dove esiste (province di tieste e gorizia) e dove i cittadini si riconoscono in essa. in quei posti non c'era la necessità di insegnare lo sloveno perchè era bagaglio linguistico, etnico e nazionale di quella gente. se nel passato non c'è stata tutela verso la lingua slovena nella provincia di udine( salvo che nel tarvisiano dve si insegna lo sloveno), è perchè nessun abitante della"SLAVIA FRIULANA" ne sentiva la necessità perciò non l'ha mai richiesta. ora dopo 1/2 secolo di attività semi sommersa di certi personaggi, supporati dalla loro madre patria, forse hanno abusato della libertà che l'italia garantisce.con la compiacenza di un governo morente che non si è mai preoccupato di verificare una verità VERA,ci è stato imposta questa vergognosa legge che vuol tutelare chi non c'è, CERCANDO DI TRASFORMARE genitori ingenui e bambini incolpevoli che per la maggior parte provengono da fuori dei territori interessati e che non sanno articolare una parola dell'idioma locale, in cittadini di nazionalità slovena in territorio italiano, confinati fuori dalla madre patria , la slovenia. la storia dal 489 d. c. senza andare più in dietro, ha reso le nostre terre,prima ostrogote poi longobarde 568 d.c.,àvare vII sec., franche vIII sec. , ungare x sec. aquileiesi, veneziane, austro-ungariche ed infine italiane. mai slovene!!!
RispondiEliminapravician rènz . nedìsovaz tàn od spìatra
Non cerchiamo di rendere il tema del testo "infelice".Le terre in questione sono tutt'ora in parte slovene,questo lo confermano i numerosi documenti(patriarcato d'Aquileia ecc.),La Karantanija è il primo regno slavo alpino che ha influenzato la storia delle Apli orientali compreso parte del odierno FVG.Quindi è non vero dire che gli Sloveni non esistono nella provincia di Udine.Se volete ostacolarli ditelo chiaramente senza favole,immaginazioni o giri di parole,grazie.
RispondiEliminaI giri di parole non li facciamo noi!,arrivano nelle nostre terre da altri lidi e da troppi anni.
RispondiEliminaProprio non si vuole capire!! Ai tempi della Carantania e del patriarcato di Aquileia,che comprendevano vasti territori compresi quelli del Veneto,tutto il Friuli, la Carinzia, la Slovenia ecc. ecc., la gente che occupava quelle terre, era minoranza naz. Slovena?, ancor prima che la Slovenia esistesse? noi vogliamo distinguere una minoranza di gente etnicamente slava,che da secoli occupa l’attuale Slavia friulana; quello sì!!: “minoranza etnico-linguistica”!!! altra cosa è minoranza “nazionale”, gente che si trova attualmente fuori dai confini della madre patria che si chiama Slovenia,quella madre patria che non ci è mai appartenuta. Appartenuta invece, agli sloveni di Gorizia e Trieste. Noi chiediamo e chiederemo sempre, di essere riconosciuti per quel che veramente siamo. Vogliamo fare parte di quel caleidoscopio di genti diverse che da secoli pacificamente convivono in questa stupenda regione che si chiama Friuli Venezia Giulia e che hanno consentito alla stessa di fregiarsi del riconoscimento di regione a statuto speciale che non ha eguali in Italia ed in Europa. Per questo delicato equilibrio,bisognosa sì, di tutele italiane ed internazionali, ma senza per questo dover snaturare,le Etnie che la compongono.
Renz