LUIGI PALETTI EX SINDACO DI RESIA SCRIVE:
UNO PSICODRAMMA IN SALSA RESIANA
Nei mesi caldi di questa estate, a Resia, sono accaduti vari fatti che, nell’insieme, sono la rappresentazione di un’isteria messa in scena da chi, urlando, pretende di imporre ad una popolazione smarrita ed a chi pratica comportamenti pacati e civili teorie ed ideologie ormai superate dalla storia. Lo spunto nasce dal fatto che un cittadino ‘osa’ chiedere, come è nel suo diritto, la carta d’identità bilingue, italiano-slovena, e dopo un’attesa di parecchi mesi riesce ad ottenerla. La ottiene dopo che il sindaco ha messo in atto resistenze di tutti i tipi ed alla fine è stato costretto a capitolare perché messo davanti alle sue responsabilità e richiamato a fare il proprio dovere. Una qualsiasi autorità pubblica non interpreta le leggi, ma le rispetta e le fa rispettare e non può fare nemmeno l’obiettore di coscienza. Un fatto normale che, in un paese normale, non si sarebbe neanche percepito. A Resia invece no, perché in quel momento entrano in scena un gruppo di cittadini e i responsabili dell’Associazione ‘Identità e Tutela’ che, per caso, vengono a conoscenza di ciò e, sempre per caso, anche il cronista di zona del Messaggero Veneto. Questi cittadini, per la maggior parte oriundi resiani presenti in valle per i consueti dieci - venti giorni di vacanze annue, inscenano sotto il municipio una serie di manifestazioni per ostacolare al “cittadino normale” il ritiro del suo documento, per insultarlo, minacciarlo ed intimidirlo. Il tutto viene condito con bandiere, qualche signora avvolta nel tricolore come la Mamma del Milite Ignoto, con il canto un po’ stonato e sguaiato dell’inno nazionale, la proclamazione urlata della fede per la resianità contro lo sloveno, la Slovenia, la slovenizzazione, l’appartenenza di Resia all’Italia e l’amore incondizionato dell’essere cittadini italiani. Pazienza poi se qualcuno di questi bravi “italianissimi”, non sapendo a suo tempo che farsene della cittadinanza italiana, ne ha ottenuta un’altra ed adesso pensa di educare all’italianità i poveri resiani indigeni ed ergersi a loro esempio. Tutto questo, stando alla versione del Sindaco, è potuto succedere per colpa indiretta dell’incauto cittadino Gabriele Cherubini che avrebbe parlato nei locali pubblici di aver chiesto il documento bilingue e di alcuni Consiglieri regionali che avevano presentato un’interrogazione per chiedere conto del ritardo nel suo rilascio. La dichiarazione ed il suo concetto, anche in questo, ad un cittadino normale sono sensazionali per la sua incomprensibilità. Le manifestazioni ormai hanno preso piede e in questa isteria viene presa di mira anche la responsabile del Gruppo folkloristico locale, Pamela Pielich, con offese e minacce. Il Gruppo folkloristico, vera istituzione valorosa della cultura popolare di Resia, ha una storia di oltre 170 di lavoro ed attività e, proprio in quei giorni, si preparava ad intraprendere una tournée in Giappone dove, unico gruppo in rappresentanza dell’Italia, ha partecipato, assieme a diversi altri gruppi del mondo, a qualificate manifestazioni culturali nell’Impero del Sol Levante. Resia avrebbe dovuto essere lusingata di questo e l’Amministrazione comunale partecipe attiva di questo avvenimento eccezionale. Invece no, perché i resiani ‘urlatori’ non hanno trovato di meglio che augurare al Gruppo folkloristico ed alla sua responsabile una partenza senza ritorno. E pensare che ci si riempie la bocca di “resianità”, di “salvaguardia della lingua e della cultura resiane” e c’è anche un’associazione che promette una strenua difesa di tutto questo ed era presente in forze alle manifestazioni estive. Bravissimi, andate avanti così. I veri resiani non vi riconoscono e la vostra “Identità e Tutela” è una cosa che non ci appartiene. Il programma delle manifestazioni estive continua con l’invio, da parte dell’amministrazione comunale, a tutti i residenti maggiorenni di Resia di un questionario per censire ‘etnicamente’ i resiani. Si chiede di indicare se si sentono italiani o sloveni, se parlano o preferiscono parlare l’italiano, il resiano, lo sloveno od altre lingue, quali siano i loro sentimenti patriottici, la loro fede religiosa e così via. Siamo alla balcanizzazione di triste memoria dove i cittadini della ex-Jugoslavia furono divisi in etnie, lingua e religione. Complimenti, un fatto molto triste e umiliante per tutti i resiani e Resia dover essere schedati. La sequenza degli episodi, purtroppo, non si esaurisce qui perché il 13 agosto, in pieno Ferragosto e con la “claque” assicurata, il Consiglio Comunale viene riunito dal Sindaco con urgenza ed in seduta straordinaria per decidere l’uscita di Resia dalla tutela in capo al ‘gruppo linguistico sloveno’ e per chiedere di far rientrare Resia nel ‘gruppo linguistico friulano’. Un fatto politicamente molto grave che avrà sicuramente ripercussioni e strascichi nei prossimi mesi ai vari livelli. A livello amministrativo e pratico non succederà niente e sarà un bel “autogol” per l’Amministrazione Comunale. I problemi legati alla tutela della minoranza linguistica slovena sono regolati dalla Commissione Paritetica di nomina governativa operante presso la sede regionale. Il discorso della tutela delle minoranze linguistiche è in capo alle minoranze stesse e una qualsiasi maggioranza non può decidere per essa e tanto meno per editto. La maggioranza non ha bisogno di tutele perché auto tutelata, la minoranza può tutelarsi invocando le norme delle leggi 482/99 e 38/2001, come lo ha fatto nei modi e tempi prescritti ottenendo l’approvazione per decreto dal Presidente della Repubblica. Che poi il resiano venga trasformato in friulano è incredibile. Vorrà dire, interpretando lo spirito della decisione presa, che da ora in poi i resiani sono stati ‘svenduti’ ai friulani senza che i friulani avessero avanzato richieste od il minimo interesse nei nostri confronti. Non ne hanno bisogno, perché di problemi ne hanno già abbastanza per conto loro e loro stessi ci hanno sempre rispettati e riconosciuti come entità linguistica e culturale diversa dalla loro. L’amministrazione comunale non è di questo avviso, per cui i resiani da ora in poi dovranno attrezzarsi a imparare e parlare il friulano, mentre le invocate particolarità per mantenersi amministrativamente autonomi, nel caso di aggregazione dei comuni, cadono automaticamente. La nuova minoranza, formata con deliberazione consigliare, ora dovrà attrezzarsi per farsi riconoscere legalmente, mentre quella ufficiale e presente, sotto tutti gli aspetti, sarà praticamente considerata, per paradosso, maggioranza e così, finalmente, i tanto odiati filosloveni saranno implicitamente riconosciuti anche dagli “italianissimi” traslocati con i friulani. Qualsiasi ragionamento in proposito è superfluo perché non riuscirebbe a spiegare il perché della corsa messa in essere per autodistruggersi e se tutto questo può essere giustificato dalla viscerale avversione di pochi contro lo sloveno, gli sloveni, la Slovenia e di tutto ciò che sa di sloveno. Purtroppo, nell’impossibilità di venirne a capo di una ideologia sbagliata ed oscurantista, si è capaci anche di costruire una identità friulana e, con atto amministrativo, imporla. È il fallimento di una politica che ormai si sta avvitando su se stessa, mentre a Resia ed alla maggioranza non urlante dei resiani ed arcistufa di tutto ciò servirebbe qualcosa di meglio e diverso per combattere l’emarginazione e il degrado.
Tratto dal sito http://www.novimatajur.it/main.php?keyword=RESIA&page_id=search_result
Ps.: Nel sito Novi Matajur l'articolo non è firmato. Ma nella stessa testata cartacea lo stesso articolo è firmato da Luigi Paletti.
Signor Paletti nessuno La obbliga a restare a Resia, perché non se ne va a stare da qualche altra parte, il Mondo è così grande. I Resiani non vogliono essere trattati come "Minoranza slovena" perché di fatto non lo sono, ma forse Lei ha del sangue sloveno nelle vene e forse è per questo che si batte tanto per la Slovenia?
RispondiElimina
RispondiEliminaE sì che sembrava una persona intelligente!!!!
Questi cittadini, per la maggior parte oriundi resiani presenti in valle per i consueti dieci - venti giorni di vacanze annue,
RispondiEliminariprendo questa affermazione del SIGNOR PALETTI , non parlando del resto ..........dove e' questione di punti di vista .
Caro Signor Paletti ,
questo argomento sulla Resianita' , di Noi che siam fuori valle da 10 Anni ,
da 50..... e molte volte nati fuori , e' Vecchio .
Me lo ricordo benissimo , argomento almeno trentennale ..........dove da parte sua , questi atteggiamenti , chiamiamoli "ostili" non son nuovi.
come Le scrissi 25-30 Anni fa' dove Lei , si offese pure di come un ragazzo di fuori si fosse permesso di ,dire la sua a Sua Santita' il sindaco ,
e poi andarlo a dire ad altri , non a me , che lo avevo scritto ,
GLIELO RIBADISCO , RESIA E' ANCHE CASA MIA !!!!!!!!!
ci verro ' poco, di sfuggita , non disturbero' gli abitanti , che giustamente sulle faccende comunali han diritto di decisione , perche' ci vivono....
passero' inosservato ., come un ospite .............................MA LE RIPETO CHE QUESTA E' ANCHE CASA MIA !!!!
io ho cognome CLEMENTE , e mia madre DI LENARDO ..........e non sarei certo LEI a cambiare questo .
quindi se non vuole che qualche mio parente venga fuori dalla tomba a dirgliene 4 , sara' meglio che se ne faccia una ragione.
e questo che Le piaccia o no.
stefano.