Alcune precisazioni
Quando la repubblica di Venezia concesse l’autodeterminazione agli slavi del Friuli nord orientale si instaurò in quei territori una forma di democrazia molto prima dell’antica, e forse prima al mondo, democrazia anglosassone. Le cose si svolgevano nel seguente modo: ogni paesetto delle valli riuniva i capifamiglia per eleggere il proprio rappresentante da mandare all’assemblea della Banca di Antro, per la valle del Natisone, e a quella della Banca di Merso, per l’altra valle; qui erano prese le decisioni più importanti sulla vita delle comunità e veniva amministrata pure la giustizia. Ahimè, Napoleone cancellò tutto ciò col trattato di Campoformido; l’Austro-Ungheria, subentrata dopo la sconfitta di Napoleone, aveva nella sua lungimiranza mantenuto nei nostri territori l’uso dell’antica lingua locale, ma le Banche di Antro e Merso non rinacquero. Quando nel 1866 le popolazioni di queste terre scelsero quasi all’unanimità (un voto contrario) di schierarsi dalla parte italiana, mai avrebbero pensato di essere emarginate e, in futuro, messe alla mercè degli appetiti della minoranza slovena qui inesistente. Dopo questa doverosa premessa passo ad analizzare la situazione attuale. Alcuni consiglieri comunali, dopo essere stati eletti in determinati partiti dell’arco costituzionale e con precisi programmi, hanno deciso, cosa non nota ai loro sostenitori, di dichiararsi di lingua e nazionalità slovena favorendo in tal modo una richiesta di legge a tutela della minoranza nazionale slovena nella provincia di Udine. (Certe prese di posizione devono essere rese note prima delle consultazioni elettorali!) Il governo Prodi, appena prima della sua anticipata caduta, promulgava una legge dello Stato passando sopra il parere dei veri interessati (gli abitanti della Slavia friulana) con cui riconosceva l’esistenza di una fantomatica minoranza nazionale slovena nella provincia di Udine. Orbene, personaggi che si definiscono democratici e antinazionalisti esprimono, dopo la pubblicazione di alcune lettere mie e di altri valligiani, le loro infuocate rimostranze contro le opinioni espresse dagli abitanti delle valli non allineati e contrari alla minoranza slovena che anela a imporre la propria presenza anche dove non è mai storicamente esistita. Il defunto e compianto Sergio Mattelig, presidente della Lega per la Slavia, persona buona e tollerante, sempre citando leggi e fonti, cercava di far capire bonariamente, mai scendendo a livelli di offesa verso nessuno, le sue tesi, che erano anche nostre, a quelle persone che secondo lui erano in errore. Questo squisito valligiano, amante della propria gente, delle sue tradizioni e della nostra lingua, probabilmente non conosceva il saggio adagio friulano: a insegnà al mus, si piart timp e si stize la bestie! Le stesse persone ignorano volutamente il fatto che la stampa locale pubblichi le iniziative del Comitato genitori della scuola bilingue, formato quasi totalmente da gente estranea alle Valli, e di tutte le associazioni culturali ed economiche slovene. Questo non li disturba! Nessun valligiano benpensante si sogna di vietarne la pubblicazione inveendo contro la libera stampa. Le dimostrazioni fatte dai genitori a sostegno della scuola bilingue (appoggiate dal governo sloveno, con visita di ministri vari) ricordano “girotondi” di recente memoria ed erano volte a cercar di orientare esclusivamente a loro pro le decisioni con cui l’amministrazione comunale di San Pietro, responsabile dei plessi scolastici presenti sul suo territorio, eletta a stragrande maggioranza dai residenti, con il parere del Prefetto, della Provincia e dell’Ufficio scolastico regionale, si accingeva a definire l’ubicazione provvisoria della scuola. Nessuno le ha vietate, come pure i sit-in davanti al municipio e le espressioni verbali contro il sindaco e la sua maggioranza. La scelta ora è stata fatta tenendo conto delle risorse esistenti e si spera che i puntigli si fermino lì, in attesa dell’adeguamento della sede di quella scuola.
Renzo Onesti San Pietro al Natisone
Tratto dal Messaggero Veneto di mercoledì 8 settembre 2010
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